Sallusti, il dramma della sua famiglia ed il "giudizio" su Meloni
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Sallusti svela il dramma della sua famiglia: il “giudizio” su Giorgia Meloni

Alessandro Sallusti

Sallusti racconta il dramma della sua famiglia nel dopoguerra e dà un giudizio su Giorgia Meloni nel nuovo libro L’eresia liberale.

Con il libro L’eresia liberale, in uscita il 15 aprile per Rizzoli, Alessandro Sallusti apre per la prima volta una finestra sul dramma vissuto dalla sua famiglia. Partendo da questa esperienza personale, il direttore de Il Giornale – tra i tanti temi – esprime anche un giudizio netto sulla premier Giorgia Meloni (che continua a crescere nei consensi) e il centrodestra italiano.

Giorgia Meloni

Il giudizio sulla premier Giorgia Meloni

Nel libro, Alessandro Sallusti si definisce “eretico“, e spiega che “la parola ‘eretico’ significa scelta“. Rivendica così una visione liberale-conservatrice, spesso esclusa dal dibattito democratico. “Ci fanno passare per eretici, non degni di partecipare alla vita e al dibattito democratico, eretici da mettere al rogo come spesso capita con le sagome cartonate dei leader del centrodestra durante le manifestazioni di piazza“, dichiara.

Parlando di Giorgia Meloni, come riportato da Open, la definisce “una novità“. Sottolineando il suo desiderio di cambiamento: “Non le interessa durare; vuole cambiare il Paese. Finora non ha fatto granché, è vero. Ma ha bisogno di dieci anni“. Dunque, critica la doppia morale nel giudizio politico.

Le si chiede conto di una storia da cui è stata generata: una genealogia culturale, non fisica. Però ai politici del Pd non viene mai chiesto conto della tradizione diversamente ma altrettanto illiberale e antidemocratica da cui vengono“, spiega.

Sallusti ricorda la drammatica storia della sua famiglia

Alessandro Sallusti, inoltre, racconta una verità familiare dolorosa. Suo nonno, Biagio Sallusti, ufficiale dell’esercito che dopo l’armistizio aderì alla Repubblica Sociale, fu fucilato dai partigiani. Aveva presieduto il tribunale speciale che condannò a morte Giancarlo Puecher. “Il presidente del tribunale era fuggito, il suo vice pure. Il nonno era il comandante militare della piazza di Como. Deve aver sofferto per quella sentenza di morte: i condannati dovevano essere quattro, lui riuscì a farli scendere a uno“, afferma in un’intervista al Corriere della Sera riportata da Il Giornale.

Dopo la sua morte, la famiglia subì pesanti ritorsioni. La nonna del giornalista venne stuprata e i suoi figli, compreso il padre, vissero in assoluta povertà, dovendo far ricorso per anni all’assistenza cattolica. Sallusti scoprì la verità leggendo un manuale di storia delle scuole medie, dove era riportata la lettera del nonno prima dell’esecuzione, accanto a quella di Puecher. Eppure, nonostante tutto, non si è mai lasciato tentare dal fascismo.

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ultimo aggiornamento: 14 Aprile 2025 16:13

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