Il leader della Lega promette promesse sul fisco.
La Lega di Salvini tenta il disperato sorpasso della alleata Giorgia Meloni, un po’ utopistico e azzardato recuperare oltre 10 punti in un mese e mezzo. La leader di FdI ha dichiarato che se il suo partito arrivasse primo – cosa molto probabile al momento dai sondaggi – sarà lei premier. Matteo Salvini rilancia e ricorda che anche lui è candidato premier nel caso fosse la Lega a primeggiare. Nel frattempo abbandona i sogni di Viminale e si dedica ad un altro tema centrale della sua campagna elettorale: il fisco. E segue il Cavaliere sull’onda della flat tax.
Mentre Meloni insiste sul non fare promesse che non possono essere mantenute e conduce una campagna elettorale molto più improntata sui valori e le idee, i suoi alleati si lanciano in promesse iperboliche come quella della flat tax. Dopo Berlusconi, Salvini dichiara: “Vogliamo estendere la flat tax al 15% anche ai dipendenti. Ci possiamo riuscire in cinque anni” promette il leader della Lega. Questa misura ad oggi è riservata alle partite Iva con reddito fino a 65mila euro mentre la Lega vorrebbe portare la soglia a 100mila.
I pareri contrari alla flat tax
Secondo il forzista Tajani la proposta di Berlusconi di portare la flat tax al 23% era molto più realistica. Mentre dal Pd avvertono che la flat tax è una misura insostenibile oltre che ingiusta. “La flat tax della destra aumenta le ingiustizie, rende meno progressivo il fisco e penalizza chi ha meno. Per finanziarla bisognerà tagliare i servizi pubblici” ha dichiarato Zingaretti.
Infatti si tratta di una misura che costerebbe moltissimo all’Italia, e a dirlo è il direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani Carlo Cottarelli. “Penso a diverse decine di miliardi, dato che un’aliquota del 15% è molto bassa” spiega. Questa misura, inoltre, potrebbe far scattare una reazione forte da parte dei mercati internazionali, dichiara Cottarelli.
