Il ministro Matteo Salvini difende il Remigration Summit e attacca la sinistra parlando di comunismo e Unione Sovietica.
A poche ore dal discusso Remigration Summit previsto per sabato 17 maggio, Matteo Salvini torna al centro del dibattito. Dopo aver archiviato la nomina del generale Roberto Vannacci come vicesegretario della Lega, il leader del Carroccio interviene in difesa della libertà di espressione, rispondendo alle polemiche sollevate dalla sinistra contro l’evento. Il summit, che punta a promuovere l’espulsione in massa di immigrati e stranieri, ha suscitato accuse di derive autoritarie ma per il leader della Lega “non siamo mica in Unione Sovietica“.

Salvini difende il diritto di esprimere timori sull’immigrazione
Durante un evento a Rozzano, a Milano, il vicepremier e ministro delle Infrastrutture ha espresso chiaramente il suo sostegno all’iniziativa. “Sono d’accordo che ci sia qualsiasi iniziativa democratica e libera. Non capisco perché si dovrebbe vietare a priori il libero pensiero di qualcuno, non siamo mica in Unione Sovietica“, ha dichiarato Matteo Salvini.
Secondo il ministro, come scritto dall’Ansa e riportato da Il Tempo, le preoccupazioni sull’immigrazione di massa non solo sono legittime, ma devono poter essere espresse liberamente: “Se qualcuno teme che l’immigrazione di massa sia un problema enorme e devastante, e io sono fra questi, deve poterlo esprimere“.
L’attacco alla sinistra che vuole rifondare il comunismo
Matteo Salvini ha colto l’occasione per criticare le reazioni della sinistra, che ha accusato il summit di rievocare regimi autoritari e di violare i principi costituzionali. “Ci sono pensieri di estrema sinistra di cui io non condivido neanche un’unghia, vogliono rifondare il comunismo e secondo me è surreale che uno nel 2025 voglia rifondare il comunismo“, ha affermato. Nonostante ciò, ha ribadito che anche queste opinioni devono poter essere espresse: “Però è giusto che nessuno gli rompa le scatole. Non capisco perché si dovrebbero vietare dei pensieri“.