Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha esortato a parlare di pace, e non solamente degli armamenti destinati agli ucraini.
In questa fase del conflitto tra Russia e Ucraina, è palese che tutti i politici parlino del fatto che l’Ucraina ha bisogno di armi per sopravvivere all’offensiva di Vladimir Putin. L’unico politico che sembra non esserci arrivato è Matteo Salvini, che ha chiesto di parlare “di pace, e non solamente di armi”. Una richiesta che avrebbe anche senso, se la Russia fosse ben disposta a trattare con l’Ucraina. Eppure, così non sembra. Per questo tutti stanno parlando di armi, anche se Salvini sembra ignorarlo.
Le parole di Salvini
“Mi interessa lavorare per fermare la guerra il prima possibile. Bisogna domandarsi cosa avvicina alla pace e cosa allontana. Mi sembra che tedeschi e francesi stiano facendo ragionamenti interessanti. Lavoro perché l’Europa dia una risposta unitaria”. Questo è quanto spiegato dal segretario della Lega, il quale vorrebbe organizzare un colloquio tra i leader di tutti i partiti e con il presidente del Consiglio “per parlare di pace”.
“Di guerra – sottolinea il leader della Lega – si parla a reti unificate, l’accoglienza fortunatamente la stiamo garantendo. Mi piacerebbe che la politica ragionasse di come avvicinare la pace“. Il rischio di una terza guerra mondiale va evitato, scandisce ancora Salvini: “Noi stiamo dalla parte dell’Occidente e delle libertà”.
“Mi piacerebbe sedermi intorno a un tavolo con Conte, Meloni, Berlusconi, Letta, Renzi e Draghi per ragionare di pace” e comprendere “se l’Italia può essere un avamposto di pace, il Paese che promuove un messaggio di pace, poi mandiamo gli aiuti che servono. L’esempio da seguire è quello del Santo Padre”.
Delle dichiarazioni di stampo prettamente populista, volte ad accaparrare voti tra le fila di quei pacifisti che non hanno contatto con la realtà e che non si rendono conto del fatto che i negoziati stanno procedendo veramente a rilento. Tutti vorrebbero la pace, è chiaro, ma in assenza di una propensione vera al dialogo da parte della Russia, mandare armi all’Ucraina è simbolo di compattezza europea. Qualcuno lo spieghi anche ad Alessandro Orsini.