La tragedia di Mestre che ha visto un bus finire giù dal cavalcavia ha portato anche alla reazione di Matteo Salvini che ha fatto discutere.
Una dinamica ancora tutta da capire e ogni ipotesi al vaglio di chi si occupa delle indagini. La tragedia a Mestre che ha visto un bus precipitare giù dal cavalcavia provocando 21 morti ha scosso l’Italia intera. Tra i vari commenti arrivati sul caso, anche le parole di Matteo Salvini a Sky Tg 24 che hanno generato non poche reazioni tra cui quella fortissima di Alessandro Zan che si è scagliato contro il leader della Lega.
Salvini, le parole sulla tragedia a Mestre
Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Salvini ha avuto modo di commentare la tragedia a Mestre puntando il dito contro l’elettrico visto che il bus in questione, che è precipitato causando poi 21 vittime, era a propulsione elettrica.
“Ho sentito che i vigili del fuoco parlavano delle batterie elettriche che prendono fuoco più velocemente, più rapidamente di altre forme di alimentazione”, ha sottolineato il leader della Lega. “Questo, non so se c’entri o non c’entri, lascio ai tecnici la risposta ma in un momento in cui qualcuno dice tutto elettrico forse uno spunto di riflessione si deve fare”.
Al netto di tali dichiarazioni, il ministro ha anche precisato che sia ancora “presto per dare commenti” e che “sulle strade italiane ogni anno perdiamo più di 3000 vite: da ministro, automobili e padre abbiamo approvato nuove norme che portino educazione stradale nelle scuole e più controlli”.
L’attacco dopo il commento: parla Zan
Le frasi di Salvini non sono andate a giù a parecchi colleghi. Spiccano, infatti, le dure frasi di Alessandro Zan, deputato del Pd, che su X, ex Twitter, ha attaccato duramente il leader della Lega: “Speculare sui 21 morti di Mestre per riesumare la sua battaglia contro l’elettrico è indecente e crudele, negando senza elementi cause legate alle manutenzioni delle infrastrutture di cui peraltro è ministro”.
Oltre alle parole di Zan, sui social, in tanti hanno criticato le frasi di Salvini giudicando poco opportuno il collegamento tra quanto accaduto a Mestre e la mobilità elettrica.
