Tensione tra Calenda e Conte sul futuro del campo largo. Il leader di Azione attacca il M5s, Conte replica duramente.
Nel dibattito politico italiano, la costruzione di un’alternativa compatta al governo Meloni è una sfida ancora lontana dall’essere vinta, lo si evince dalle parole di Calenda e Conte. Il cosiddetto campo largo, ideato da Elly Schlein come progetto unitario delle opposizioni, si sta rivelando terreno minato. Diversi leader, seppur formalmente contrari alla destra, sembrano troppo distanti per trovare una vera sintesi.

L’attacco di Calenda e la replica di Conte
Nel frattempo, il piano europeo di riarmo proposto da Ursula von der Leyen ha ulteriormente polarizzato le posizioni all’interno delle forze progressiste italiane. Ma è stato un altro tema, più interno e identitario, ad accendere lo scontro più acceso degli ultimi giorni.
Durante il congresso di Azione, Carlo Calenda ha pronunciato parole destinate a lasciare il segno: “Noi non stiamo nel campo largo perché c’è il solito problema con l’M5s e l’unico modo per avere a che fare con l’M5s è cancellarlo”. Una dichiarazione che ha scatenato immediate reazioni, non solo tra i sostenitori del Movimento 5 Stelle, ma anche tra coloro che auspicano un fronte progressista unito.
Giuseppe Conte non ha tardato a rispondere. In un lungo post, ha accusato Calenda di incoerenza ideologica e ha rispedito al mittente l’idea di cancellazione politica. “Si finge liberale a giorni alterni: per lui l’M5s andrebbe cancellato. Che cultura politica è mai questa? Immaginatelo al governo intento a ‘cancellare’ il M5s e i cittadini che la pensano come noi”. Conte ha anche ribadito la propria opposizione al riarmo: “Rispetto per chi è contrario al riarmo, Carlo, anche se hai l’elmetto da tre anni”.
Il tentativo di mediazione
A cercare di riportare i toni sul piano del dialogo è stato Francesco Boccia, esponente del Partito Democratico, anch’egli ospite del congresso di Azione. Il suo invito alla riflessione è stato chiaro: “Non si costruisce l’alternativa cancellando altre forze politiche ma mettendo insieme, con la fatica della politica, i tanti punti che ci uniscono che, vi garantisco, sono molti di più di quelli che ci dividono”.
Le tensioni esplose tra Calenda e Conte mettono a rischio la già fragile idea di un’alleanza progressista. E se la politica non troverà la forza per unire, il destino del campo largo potrebbe essere segnato ancor prima di nascere.