Il nuovo dpcm per la gestione dell’emergenza coronavirus non accontenta nessuno. Frizioni nel governo, sindaci contro l’esecutivo: “Unico obiettivo è la responsabilità del coprifuoco”.
Quello che doveva essere un dpcm decisivo per contrastare l’aumento dei casi di coronvirus nel Paese si è trasformato in un decreto della discordia.
Di seguito il video della conferenza stampa del Presidente di Consiglio Giuseppe Conte.
Coronavirus, il nuovo dpcm non accontenta nessuno
Pochi minuti dopo la conferenza stampa del premier Conte arrivano le polemiche dei sindaci che non accettano lo scarico di responsabilità che emerge dal nuovo decreto. Il Presidente del Consiglio, nel corso della sua conferenza stampa, ha comunicato che i primi cittadini potranno chiudere vie e piazze per contrastare la movida ed evitare assembramenti.
“Il governo inserisce in un Dpcm una norma che sembra avere il solo obiettivo di scaricare sulle spalle dei sindaci la responsabilità del coprifuoco“, denuncia Decaro, presidente di Anci, commentando la decisione annunciata dal Presidente del Consiglio.
Nella mattinata del 19 ottobre lo stesso Decaro ha parlato ai microfoni di Sky TG24 rinnovando le critiche al governo parlando di una scorrettezza istituzionale: “A noi inserire quella norma nel decreto sembra un voler scaricare davanti all’opinione pubblica le responsabilità del coprifuoco sui sindaci“.
“Se il ministro dei Trasporti dice che non ci sono più mezzi a disposizione ci aspettiamo che il ministro dell’Istruzione decida di scaglionare almeno l”ingresso degli studenti delle scuole superiori”.
“Il governo ha voluto scaricare la responsabilità del coprifuoco sui sindaci: non è possibile che siano i sindaci a chiudere le piazze e le vie della movida. I sindaci non possono controllare, per questo abbiamo preteso che sparisse dal testo del Dpcm la parola sindaco“, ha dichiarato Decaro a Radio Capital.E in effetti il ministro Boccia ha confermato che il documento è stato smussato come richiesto dai sindaci.
Un confronto acceso con i Presidenti delle Regioni
Con i Presidenti delle Regioni la trattativa non sarebbe stata più semplice. I temi contesi sarebbero stati quelli noti, come ad esempio la scuola, il coprifuoco e lo sport. Alla fine il dpcm non dispone modifiche di rilievo rispetto al decreto precedente. Gli ingressi nelle scuole partono dalle nove (e non dalle 11, come proposto in un primo momento). Il coprifuoco resta una parola bandita, da evitare, mentre per quanto riguarda lo sport restano aperte palestre e piscine. Almeno per una settimana, poi si procederà con nuove valutazioni.
Strascichi nel governo
Anche all’interno del governo il clima non è propriamente disteso. Diversi ministri, oltre che alcuni esponenti del Comitato Tecnico Scientifico, si auguravano una linea più rigorosa, alla fine bocciata su quasi tutta la linea. Stando a quanto riferito da il Corriere della Sera ci sarebbe stato anche uno scontro tra Speranza e Spadafora proprio su palestre e piscine. Ma c’è di più. Sembra che il premier Conte non volesse licenziare un altro decreto, non prima di vedere gli effetti dei provvedimenti adottati solo pochi giorni prima. Una decisione che non sarebbe stata errata…