L’ipotesi di inviare soldati europei, inclusi italiani, in Ucraina sotto l’egida delle Nazioni Unite prende forma.
Negli ultimi tre anni, il conflitto in Ucraina ha dominato l’agenda internazionale, con l’Europa impegnata a sostenere Kiev di fronte all’aggressione russa. Le dinamiche geopolitiche stanno cambiando rapidamente, soprattutto a causa del nuovo asse tra Stati Uniti e Russia, che vede Vladimir Putin e Donald Trump sempre più allineati. Questo scenario ha alimentato il dibattito sulla possibilità di un coinvolgimento diretto degli eserciti europei, inclusi quelli italiani, per proteggere l’Ucraina.
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UE e Regno Unito: Difesa comune e nuovi fondi militari
Nel contesto della difesa europea, l’Unione Europea e il Regno Unito stanno lavorando a un accordo per finanziare un incremento delle spese militari. Il primo ministro polacco Donald Tusk, dopo un incontro con il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, ha dichiarato: “Sono convinto che l’Unione Europea sarà veramente unita sulla questione dell’Ucraina. E che il 6 marzo rafforzeremo l’Ucraina nella sua difesa contro la Russia e la indeboliremo”.
A margine della riunione dei ministri delle Finanze del G20 a Città del Capo, si discuterà la creazione di un fondo paneuropeo destinato a sostenere la difesa comune, come riportato dal Financial Times. Questo piano mira a rendere l’Europa più autonoma nelle decisioni strategiche, riducendo la dipendenza dagli Stati Uniti.
Soldati italiani in Ucraina solo sotto bandiera Onu
La questione più delicata riguarda l’eventuale invio di soldati europei, inclusi italiani, in Ucraina. Il governo italiano ha chiarito la propria posizione con fermezza. “L’invio di truppe italiane in Ucraina non è all’ordine del giorno”, hanno puntualizzato fonti di governo, definendo le indiscrezioni come “notizie totalmente campate per aria”.
Tuttavia, una possibilità esiste. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha precisato: “Non si è mai parlato di truppe italiane, penso che non sia utile inviare truppe europee o della Nato, ma in Ucraina, se si deve fare una zona cuscinetto, si può pensare a truppe sotto la bandiera Onu, nel caso ci può essere la disponibilità italiana, come con la Palestina”.
La Russia, dal canto suo, mantiene una linea prudente. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato: “C’è una presa di posizione del ministro degli Esteri Serghei Lavrov, non ho niente da aggiungere e niente da commentare su questo”, facendo riferimento al precedente rifiuto russo per contingenti Nato in Ucraina.
Intanto, il Parlamento ucraino ha ribadito il sostegno a Volodymyr Zelensky, affermando che il suo mandato resta valido nonostante la scadenza elettorale, in virtù della legge marziale in vigore dal 24 febbraio 2022.
In definitiva, l’ipotesi di un dispiegamento di peacekeeper europei sotto l’egida Onu resta sul tavolo. Non imminente, ma nemmeno esclusa. L’evolversi delle trattative tra le potenze internazionali potrebbe trasformare questa possibilità in realtà.