A 45 anni dalla strage di Bologna, il presidente Mattarella parla di strategia eversiva neofascista. Paolo Bolognesi accusa Giorgia Meloni.
Mentre a Gaza, 21 palestinesi sono stati uccisi durante un attacco, in Italia oggi si è rinnovato l’impegno della memoria con le celebrazioni per il 45esimo anniversario della strage di Bologna. Migliaia di persone hanno preso parte al corteo commemorativo, come riportato da L’Ansa, tra applausi, emozione e appelli a non riscrivere la storia. Ecco, a seguire, le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, del sindaco Matteo Lepore e di Paolo Bolognesi.

Strage di Bologna: il corteo e le parole del presidente Mattarella
La commemorazione del 2 agosto ha coinvolto migliaia di cittadini, in un corteo che ha seguito un percorso modificato a causa dei lavori del tram. Da via Ugo Bassi a via Marconi, fino a via Amendola e infine alla stazione. Qui, come ogni anno, alle 10.25 si è udito il triplice fischio del treno. Nel preciso momento dell’esplosione che nel 1980 causò 85 morti e 200 feriti.
Presenze significative hanno rafforzato il valore istituzionale della giornata. Dalla ministra dell’Università e Ricerca Anna Maria Bernini al il sindaco di Bologna Matteo Lepore, fino al presidente della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale e la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein.
Parole chiare sono arrivate dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha definito l’attentato come “una spietata strategia eversiva neofascista che mirava a colpire i valori costituzionali, le conquiste sociali e, con essi, la nostra stessa convivenza civile“.
L’attacco di Paolo Bolognesi alla premier Giorgia Meloni
Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime, ha parlato con determinazione: “Oggi sappiamo chi è stato e ne abbiamo anche le prove“. Ha ricostruito la genesi della strage, “già ideata nel febbraio 1979, fu concepita e finanziata dai vertici della famigerata loggia massonica P2“. Protetta da settori deviati dei Servizi Segreti, ed eseguita da terroristi fascisti.
Ha inoltre denunciato i tentativi sistematici di insabbiamento: “Le inchieste sulla strage del 2 agosto sono state ostacolate in ogni modo con depistaggi e intossicazioni […] che hanno portato a ritardi di anni e anni nell’accertamento dei fatti“. Una realtà difficile da ignorare e ancora oggi, secondo Bolognesi, “molti fanno qualunque cosa per nasconderla, ritardarla e dissimularla“.
Un passaggio forte è stato rivolto direttamente alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “Una cosa è il rispetto per le Istituzioni, un’altra cosa è l’accettazione di riscritture interessate della storia, cosa che non siamo in alcun modo disposti a far passare“. Ha aggiunto: “Presidente Meloni condannare la strage di Bologna senza riconoscerne e condannarne la matrice fascista è come condannare il frutto di una pianta velenosa, continuando ad annaffiarne le radici“.
Il sindaco Matteo Lepore ha evidenziato che “le ultime sentenze della Corte di Cassazione confermano la verità giudiziari“. Aggiunge, “conosciamo i mandanti, gli esecutori e gli organizzatori“. Ha concluso sottolineando l’importanza di estendere questo percorso di memoria anche ad altre ferite del Paese: “Verità e giustizia sono parole scolpite nel cuore della nostra città“.