Uno studio sulla Sla ha confermato che i calciatori rischiano di più Irrilevante la squadra di appartenenza.
ROMA – Uno studio sulla Sla, condotto dall’Istituto di Ricerche farmacologiche Mario Negri, ha confermato un collegamento tra la malattia e i calciatori. Chi ha deciso di intraprendere una carriera sul campo di gioco rischia molto di più rispetto ad una vita normale.
I ricercatori, comunque, hanno precisato che i fattori sono dovuti più all’ambiente o alla situazione che alla squadra dove si gioca. Il club di appartenenza, infatti, è stato irrilevante nei casi registrati in questi ultimi anni.
Lo studio
Lo studio è iniziato nel 2013 ed ha analizzato più di 23mila calciatori che hanno giocato nelle prime tre serie italiane dal 1959 al 2000. Fino a questo momento sono stati identificati 34 casi di sla. I più esposti sarebbero i centrocampisti con 15 professionisti che hanno dovuto fare i conti con questa malattia.
Al secondo posto troviamo i difensore (9) mentre i meno colpiti sono i portieri (3). Sette i difensori con Sclerosi Laterale Amiotrofica. Il rischio di contrarre la malattia per gli ex calciatori è due volte superiore mentre per chi ha disputato la Serie A questo numero è salito a sei. Non sono chiari i fattori con le ricerche che proseguiranno nei prossimi giorni. Si è parlato dei colpi di testa, del pallone di cuio ma non si hanno certezze.
Pupillo: “Speriamo di sfruttare questi risultati presto”
I risultati sono stati commentati con soddisfazione dalla ricercatrice Elisabetta Pupillo citata dal Corriere della Sera: “Dopo sette anni stiamo ancora proseguendo il nostro lavoro. La pubblicazione ha aperto scenari importanti che speriamo di sfruttare presto. Ringrazio il presidente dell’Aic, Damiano Tommasi, che è stato di fondamentale importanza per portare avanti questo lavoro“.
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