I soldi del Mes destinati alla Sanità passano per il voto del Parlamento. Ma al momento non c’è unità di intenti neanche all’interno della maggioranza di governo.
Il Mes divide il mondo della politica nonostante le rassicurazioni dell’Unione europea. Se omettessimo il nome dello strumento parleremmo di 36 miliardi circa destinati alla Sanità che passano per il senso di responsabilità dei nostri politici. La doverosa premessa è che questo strumento è una pacca sulla spalla, da solo non basta. Ma in un Paese che per anni ha fatto tagli sul sistema sanitario anche questi soldi sono preziosi.
La battaglia del governo italiano in Europa: il Mes non basta (ma serve)
Il Governo italiano ha il compito e il dovere di portare avanti la battaglia per spingere l’Europa ad adottare iniziative coraggiose per fronteggiare l’emergenza coronavirus. Ma nel frattempo potrebbe non essere nelle condizioni di rinunciare a 36 miliardi circa destinati alle spese sanitarie legate all’epidemia.
Le condizioni dell’Unione europea
L’unica condizione posta dall’Ue è che i soldi siano utilizzati per voci direttamente o indirettamente legate all’emergenza sanitaria. Nonostante questo, il Mes, per motivi legati alla storia non propriamente rassicurante che ha alle spalle, continua a dividere il mondo della politica in una battaglia che sembra più ideologica che altro.
Maggioranza divisa sul Mes
Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri appare soddisfatto alla fine dell’Eurogruppo che ratifica il Mes. Giuseppe Conte sembra decisamente meno entusiasta e non si sbilancia. Se lo fa è solo per prendere le distanze dallo strumento messo a disposizione dall’Ue. Il Movimento 5 Stelle si trova all’estremo opposto dello scacchiere, quello occupato dai critici, tra cui la Lega e Fratelli d’Italia.
L’attivazione passa per il Parlamento
La situazione dovrà essere risolta in Parlamento. Se Conte dovesse cedere alla tentazione di fare ricorso al Mes dovrebbe chiedere ai parlamentari di esprimersi ma non può permettersi di arrivare al voto delle Aule con una maggioranza divisa. Da qui al 1 giugno, cioè da quando sarà attivato il Mes, i pontieri dovranno fare gli straordinari per arrivare ad un verdetto unanime dando quindi al Presidente del Consiglio la forza necessaria per presentarsi di fronte alle Opposizioni.
L’altra faccia della medaglia, ossia la peggiore delle ipotesi, è che il Mes possa diventare un altro terreno di scontro interno alla maggioranza destinato a togliere stabilità al governo.