La “superclausola” che impedisce a Salvini di tornare al Viminale, nonostante l’assoluzione. Una regola che può cambiare tutto.
Nonostante la recente assoluzione nel processo di Palermo, Matteo Salvini si trova davanti a un ostacolo imprevisto nel suo desiderio di tornare al Ministero dell’Interno: una “superclausola” decisa due anni fa da tutto il centrodestra. Questa regola, voluta dalla premier Giorgia Meloni per stabilire nuovi equilibri di coalizione, vieta il ritorno a incarichi ministeriali già ricoperti. Salvini, ministro dell’Interno nel governo gialloverde, ne è quindi escluso.
Le ragioni dietro la scelta su Salvini: stabilità e politica internazionale
L’accordo, formulato durante le trattative per la formazione del governo, mira a evitare personalismi e garantire continuità istituzionale. La clausola è sostenuta anche dal vicepremier Antonio Tajani, che ha ribadito il ruolo cruciale dell’attuale ministro Matteo Piantedosi fino a fine legislatura.
Dietro l’opposizione di Meloni al ritorno di Salvini al Viminale non c’è solo la clausola. Un rimpasto, infatti, potrebbe destabilizzare l’attuale equilibrio governativo. Fonti vicine alla premier evidenziano che un cambio a metà legislatura rallenterebbe l’attività dell’esecutivo e rischierebbe di alterare gli equilibri interni alla coalizione, specialmente alla luce delle nuove dinamiche territoriali e del peso elettorale di Forza Italia.
Anche le relazioni internazionali giocano un ruolo fondamentale. La gestione dell’immigrazione, tema cardine del governo, richiede stabilità. Meloni sta investendo molto nel progetto dei centri per migranti in Albania, sostenuto anche dalla presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen. Un cambio al Viminale potrebbe compromettere questa linea, già sotto la lente dell’opinione pubblica.
Una strategia a lungo termine?
Le mosse di Salvini, però, sembrano andare oltre il semplice desiderio personale. Secondo fonti istituzionali, il leader della Lega potrebbe usare questa situazione per rivendicare un “credito politico” da riscuotere in futuro. La mossa, se ben orchestrata, gli consentirebbe di riaffermare la sua centralità nella coalizione e di tenere viva la narrativa della sua “stagione d’oro” al Viminale, anche in vista di un eventuale ritorno alla guida del governo.
La “superclausola”, dunque, non è solo una questione formale, ma rappresenta un tassello cruciale nella complessa partita politica tra alleati. Salvini potrebbe accettare la situazione per ora, ma il dibattito aperto lascia intravedere che la sfida è tutt’altro che conclusa.