TIR e/o IRR in inglese, ovvero il Tasso Interno di Rendimento è un indice che misura la redditività finanziaria di un getto monetario, conoscerlo meglio è importante.
TIR e Rendimento
Per comprendere meglio cosa sia il TIR occorre dire che questo nei casi classici di investimento è e diventa il tasso composto annuale di ritorno effettivo che l’investimento stesso genera.
In maniera più diretta, e con parole semplici, rappresenta il rendimento stesso di un investimento.
Concetto Finanziari Indispensabili
E’ in tale categoria che rientra il tasso interno di rendimento (TIR) si legge dal sito di Borsa Italiana.it nel loro Glossario che il TIR è:
Tasso di attualizzazione che rende nullo il valore attuale di un investimento: Sommatoria (Ct/(1+IRR)^t)) = 0 dove Ct = Flusso di cassa netto nel periodo t; IRR = tasso di rendimento interno. E’ detto anche Internal Rate of Return. E’ utilizzato per la valutazione di attività finanziarie e reali.
Il TIR è come detto il rendimento contenuto in un investimento e rappresenta il costo massimo al fine di far permanere la convenienza dell’investimento stesso.
Limitazioni e Limiti del Tasso Interno di Rendimento
Il limite maggiore di questo tasso è quella della sua mancata applicabilità quando si è in presenza di inversione di segno in relazione ai flussi di cassa di uno specifico proponimento finanziario.
Per fare un esempio di questo assunto occorre ricordare le operazioni di Private Equity dove talvolta si hanno giri di finanziamenti che sono dilazionati nel tempo e si ha quindi la necessità che i flussi intermedi debbano essere reinvestiti a un tasso uguale al TIR, condizione fondamentale al fine dell’ottenimento dell’uguaglianza che si intende chiarire, e alla quale trovare una risoluzione.
Se tale operazione non si realizza il valore stesso del TIR non ha più significato e non risulta nemmeno indicativo del rendimento dell’intero progetto.
In conclusione è bene ricordare che il TIR non calcola il costo del capitale (WACC).