Il Tas accoglie le richieste della Wada e squalifica Iannone per quattro anni per doping. Un colpo di scena inaspettato che potrebbe mettere fine alla carriera del pilota.
Il TAS ha disposto la squalifica di 4 anni per doping nei confronti di Andrea Iannone. I giudici hanno quindi accettato il ricorso della Wada che aveva chiesto un inasprimento della pena, mentre i legali del motociclista puntavano all’azzeramento della pena.
La prima squalifica fino a giugno 2021
In prima battuta Iannone era stato squalificato fino al mese di giugno del 2021 per contaminazione alimentare. Quindi i giudici avevano riconosciuto l’assenza del dolo. Tradotto, il pilota non aveva assunto sostanze dopanti allo scopo di alterare o comunque migliorare le proprie prestazioni.
Ma la questione è andata avanti con i legali del pilota che puntavano all’annullamento della squalifica e la Wada che invece aveva richiesto un inasprimento della pena.
“La Corte Arbitrale Sportiva (CAS) – recitava la nota diffusa dalla Corte Arbitrale Sportiva – ha registrato gli appelli presentati dal pilota italiano della MotoGP Andrea Iannone e della World Anti-Doping Agency (WADA) contro la decisione presa dalla Fim. In questa Andrea Iannone è stato riconosciuto colpevole di violazione della normativa antidoping, con l’imposizione di un periodo di sospensione di 18 mesi.
Andrea Iannone ha richiesto l’annullamento della sentenza, mentre la Wada ne richiede invece la sostituzione con una squalifica di quattro anni per il pilota“.
Doping, quattro anni di squalifica per Iannone: la decisione del Tas
I legali di Iannone quando hanno provato a ridurre ulteriormente la squalifica arrivando al muro contro muro con la Wada, che aveva chiesto (e poi ottenuto) l’inasprimento della pena con il Tas che ha disposto quattro anni di squalifica per Iannone, mettendo di fatto la parola fine alla carriera del motociclista.