Alta tensione nel M5s sul Mes. Nell’assemblea lo strappo non si è ricucito. I ribelli: “Questo è fascismo”.
ROMA – Alta tensione nel M5s sul Mes. Il MoVimento ha convocato una riunione su Zoom per cercare di risanare la spaccatura sul Meccanismo europeo di stabilità. Un tentativo fallito visto che i ribelli hanno ribadito la propria intenzione di votare no in Aula.
Di Maio, Crimi e Bonafede al fianco di Conte
Un voto quello di mercoledì 9 dicembre che potrebbe essere decisivo per il futuro di questo Governo. “Non potete portare Conte al patibolo – ha detto Di Maio in questo incontro, riportato da La Repubblica – in Aula non si voterà per accedere al Mes ma sulla riforma. Una riforma che io stesso ho definitivo peggiorativa e che andava fermata anni fa. Ma i numeri per essere approvato in Parlamento non ci sono”.
Una linea condivisa anche da Vito Crimi: “Tutti siamo consapevoli dell’importanza di supportare l’azione del Governo […]. E dobbiamo dare il massimo sostegno al presidente Conte […]“. E Bonafede ha attaccato i ribelli: “La lettera è stato un grave errore perché ha indebolito il MoVimento davanti agli altri partiti alleati. Rispetto la motivazione, ma non il metodo“.
I ribelli attaccano: “Questo è fascismo”
La spaccatura non è stata sanata. Manuela Corda, tra i firmatari della missiva, ha duramente criticato i leader: “Questo è fascismo. Una conduzione che non permette di esprimerci. Solo due minuti e mezzo. Apprezzavo Di Maio. Ora volete un mandato e vi volete imporre“.
Nessun passo indietro da parte di Francesco Forciniti: “A Bonafede e Di Maio avete dato mezz’ora senza contradditorio per fare comizi. A noi non ci fate nemmeno parlare. Allora la risoluzione non ve la voto. Ciao“. Nei prossimi giorni si cercherà di ricucire lo strappo, ma è alto il rischio di una scissione il prossimo 9 dicembre in Parlamento.