Le questioni tra Grecia, Turchia e Libia riguardano anche l’Italia e il governo dovrà presto intervenire per risolverle.
Un nuovo episodio alimenta le tensioni nel Mediterraneo orientale. Questa volta riguarda la Grecia e la Libia. Il ministro degli esteri greco si è rifiutato di scendere dall’aereo a Tripoli per non incontrare la sua omologa libica. Qui si è creato un vero e proprio screzio diplomatico. La questione nasce dalla divisione interna della Libia e dello schieramento che la comunità internazionale a favore di una e dell’altra fazione. Dalla caduta del regime di Gheddafi la Libia è divisa in due: un governo di unità nazionale con base a Tripoli e l’altro di stabilità nazionale con sede a Tobruk.
In Libia quindi si è creata una sorta di guerra fredda tra i due schieramenti globali: Ue, Onu, Stati Uniti e Turchia e Qatar si sono schierati per il governo di Tripoli mentre Russia, Egitto e Emirati Arabi per il governo di Tobruk. In particolare, in prima fila ci sono Turchia da una parte e Russia dall’altra. Qui si inserisce lo scontro tra Grecia e Libia perché il paese nordafricano ha stretto un accordo con la Turchia per la ricerca di gas nelle acque libiche, decisione contestata fortemente da Atene per la sicurezza del Mediterraneo.
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L’Italia deve prendere le parti nelle questioni che agitano Mediterraneo
Ad aumentare le tensioni le relazioni diplomatiche tra Grecia e Turchia sono ai minimi per la questione dei migranti nell’Egeo. L’accordo tra Turchia e Libia è arrivata in seguito alla decisione di costruire il gasdotto Eastmed che dovrebbe trasportare gas dalla Palestina e Israele fino all’Ue, verso Grecia e Italia. La Turchia estromessa ha deciso di stringere un accordo con la Libia e cercare di bloccare il progetto dell’Eastmed.
In tutto ciò l’Italia rientra in questo scontro, sia per la questione del gasdotto sia per i rapporti con la Libia da salvare. La Libia è il primo partner commerciale dell’Italia, le esportazioni sono cresciute da rendere il nostro paese il terzo fornitore per la Libia dopo Turchia e Cina e le importazioni hanno reso l’Italia il primo paese di destinazione per il commercio libico. In più, è il secondo fornitore di petrolio per il nostro paese. Non da ultimo il tema dell’immigrazione illegale che preoccupa il governo italiano.