La Verità attacca Tiziano Renzi che querela il giornale mentre il figlio Matteo punta il dito contro Luigi Di Maio: “Se ha scelto di fare il prestanome per il padre deve spiegare il motivo in Parlamento”.
Continua la polemica sulle attività dei padri che sta infiammando la scena politica italiana nelle ultime settimane. Dopo che Le Iene hanno mandato in onda un servizio in cui un uomo ha raccontato di aver lavorato in nero per il padre del premier Luigi Di Maio in pratica è successo di tutto. La Polizia Municipale si è recata nel terreno del padre del leader pentastellato riscontrando possibili abusi edilizi, la Boschi ha attacco il Movimento Cinque Stelle, Di Battista ha ricordato a tutti le storie di “babbo Boschi e babbo Renzi” e lo stesso Renzi ha sparato a zero su M5s (e Lega).
Attacco a Tiziano Renzi: aveva dipendenti in nero. Il padre di Matteo querela La Verità
L’ultimo capitolo della vicenda nasce dalle colonne de La Verità, da dove un uomo ha fatto sapere di aver lavorato in nero… ma per Tiziano Renzi! Il suo lavoro sarebbe stato quello di distribuire i quotidiani. Renzi senior, reduce da una annosa vicenda giudiziaria ha deciso di procedere per direttissima con una querela contro La Verità. “I ragazzi che distribuivano i quotidiani erano pagati cash perché trattenevano il loro compenso da ciò che incassavano con la vendita dei quotidiani ma poi ovviamente l’azienda provvedeva al pagamento delle tasse come previsto dalla legge. Era pagamento in contanti, non in nero: una semplice differenza che in sede di tribunale sarà facilmente dimostrabile“.
Matteo Renzi: Di Maio prestanome del padre, spieghi i fatti in Parlamento
La risposta di Tiziano Renzi non è ovviamente servita a evitare gli attacchi da parte del Movimento Cinque Stelle che ha colto la palla al balzo per sottolineare alcuni punti d’ombra legati al caso Renzi (senior). Nella questione è intervenuto Matteo Renzi – ex premier – che ha chiesto a Luigi Di Maio di fare luce sulle voci secondo cui sarebbe un prestanome del padre. “Se l’onorevole Luigi Di Maio ha scelto dopo essere stato eletto di fare il prestanome al padre per le sue attività edilizie dovrà spiegare il perché in Parlamento. Il ministro del Lavoro non può essere il titolare di un’azienda in cui esiste il problema del lavoro in nero, mi sembra ovvio“.