Il partito vincitore sta già pensando alla formazione della squadra da mettere in campo.
Il tempo dei festeggiamenti è durato poco, è subito subentrato quello della presa di coscienza e della responsabilità. Un risultato che Giorgia Meloni si aspettava ma che ora si è concretizzato. I tempi non sono facili e le scadenze sono imminenti. Un passo importante è la realizzazione della squadra di governo che dovrà gestire una situazione per il paese così complessa. Il passaggio dal governo Draghi a quello Meloni avverrà nel pieno della sessione di bilancio. Su questa legge, infatti, il partito vincitore auspica di collaborare con il governo uscente.
A questo proposito probabilmente c’è stata una telefonata tra Mario Draghi e Giorgia Meloni. Anche se non vi è stata nessuna conferma ufficiale da nessuno dei due, si parla di un colloquio cordiale. Nonostante fosse l’unico partito all’opposizione, FdI sulle questioni importanti ha sostenuto il governo Draghi e tra loro c’è sempre stato dialogo. La conversazione ha avuto come temi principali le prossime scadenze che riguardano le materie economiche.
Il toto ministri del prossimo governo guidato da Meloni
La giornata per Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia è stata all’insegna della prudenza. La stessa leader non ha tenuto la conferenza stampa e ha preso un giorno di riposo. Ora c’è da organizzare la squadra e circolano voci che Fratelli d’Italia punta a piazzare almeno 14 del suo partito. Dal partito però non parlano di toto ministri e non si fanno scappare nomi ai microfoni. Ma restano cruciali i quattro ministeri chiave, soprattutto il ministero dell’Economia che tiene col fiato sospeso anche l’Europa e i mercati. FdI punta ad una figura di prestigio internazionale e che sia affidabile a livello politico.
Tra i nomi che spuntano dai rumors c’è Fabio Panetta, economista ed ex direttore generale della Banca d’Italia, dal primo gennaio 2020 membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea. La leader avrebbe avuto colloqui con lui negli ultimi giorni. Per quanto riguarda la Farnesina c’è il nome di Terzi ma anche Antonio Tajani, coordinatore di Forza Italia. Ma se non saranno gli Esteri per Tajani potrebbe essere la Difesa o la presidenza della Camera.
Puntano ad un ministero anche le forziste Bernini e Ronzulli. Alla Giustizia probabilmente andrà Carlo Nordio di Fratelli d’Italia. La Lega, che ha raggiunto lo stesso risultato di Forza Italia, potrebbe puntare a qualche ministero ma molto probabilmente non sarà il Viminale per Salvini, soprattutto dopo questo risultato. Grazie all’ampia distanza che c’è tra Fratelli d’Italia, che esce dalle urne con il 26%, e Lega e Forza Italia che sono al 9 e all’8%, i principali ministeri toccano ai meloniani.
Sono proprio Economia, Esteri, Interni e Difesa che sono quelli che vengono osservati anche dal Quirinale. Secondo alcune indiscrezioni, potrebbe far parte dell’esecutivo anche il presidente del Copasir Adolfo Urso e l’ex vicepresidente della Camera Rampelli per Infrastruttura o Beni culturali. Ignazio La Russa invece potrebbe tornare alla Difesa o diventare sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Ruolo apicale anche per Fazzolari, molto vicino a Meloni.