Lo scontro tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte e il pensiero di Marco Travaglio che sgancia una bordata non indifferente al comico.
Nella querelle nel Movimento 5 Stelle tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte ecco l’intervento a gamba tesa di Marco Travaglio. Il noto giornalista, infatti, nel suo editoriale per Il Fatto Quotidiano, non ha risparmiato parole al vetriolo schierandosi, si può dire, con l’attuale leader pentastellato ed ex Premier e sferrando un attacco diretto al comico.
L’intervento di Travaglio su Grillo e Conte
“C’è ben poco di politico nella polemica epistolare fra Grillo e Conte. La lettera del garante, come tutto in lui, è un fatto caratteriale, psicologico, umorale”. Inizia in questo modo l’editoriale di Travaglio per Il Fatto Quotidiano per parlare del rifiuto di Conte alla richiesta di confronto da parte del fondatore prima della Costituente grillina. “Chi lo conosce sapeva benissimo che, in vista degli Stati generali per il rilancio del M5S, avrebbe battuto un colpo. Non perché voglia o tema qualcosa di diverso da Conte, dagli eletti e dagli elettori. Ma per dire che c’è sempre, anche se, da buon ciclotimico, alterna da una vita le discese ardite e le risalite […]”.
Il bivio di Grillo e i 300 mila euro
Travaglio parla apertamente del bivio di Grillo tra “l’accompagnare quel passaggio decisivo fra il rilancio e l’estinzione con la magnanimità e la generosità del padre nobile, o l’insistere con la postura malmostosa”. E ancora: “[…] Ora tratta Conte da mezzo usurpatore. Come se non l’avesse chiamato lui a lavorare gratis un anno e mezzo per resuscitare i 5S che lui aveva suicidato conficcandoli nel governo Draghi e costringendoli a ingoiarne tutti i rospi”.
Non manca un ulteriore affondo in pieno stile Travaglio: “Sta a lui (Grillo ndr) decidere se guadagnarsi i 300 mila euro l’anno di “consulenza per la comunicazione partecipando col suo talento, o rintanarsi in casa a distillare letterine, battutine, regolette e rancorucci. Per fare il salto, basta un pizzico di generosità”.