Il pensiero di Marco Travaglio su Giorgia Meloni legato alla nota vicenda delle querela della Premier ai danni di Luciano Canfora.
La nota vicenda legata alla querela della Premier Giorgia Meloni ai danni di Luciano Canfora è stata argomento di discussione durante la trasmissione di La7, ‘Otto e mezzo’. A prendere parola e dare un suo giudizio è stato Marco Travaglio, giornalista e direttore de Il Fatto Quotidiano.
Travaglio, la visione sulla Premier Meloni
Come sempre quando parla, Travaglio non ha fatto mancare passaggi pungenti: “Conoscendola, non penso che Giorgia Meloni sia neonazista, né nell’anima, né nel corpo, perché è una donna dei nostri tempi, quindi non c’entra nulla col nazismo”.
Eppure, al netto di questa situazione, la Premier non ha mai preso una posizione netta quando le è stato chiesto di condannare il fascismo e determnate situazione. In questo senso il giornalista ha spiegato quelle che, per lui, sarebbero le ragioni: “Ma purtroppo ha degli elettori nostalgici del fascismo, se non del nazismo, e quindi lei non dice mai delle cose molto chiare e delle condanne molto nette su quell’infausto Ventennio”.
Passaggio anche su Canfora e la querela per diffamazione ricevuta dalla Premier: “Penso che Canfora abbia tutto il diritto di dire quello che pensa e penso che le persone che vengono definite neonaziste, per forza di cose, hanno il diritto di rivolgersi a un giudice se lo ritengono un insulto. Poi ci sono anche persone che invece ritengono quell’epiteto un complimento. Pensiamo soltanto a quando diedero del fascista a La Russa e lui rispose: ‘Mi fai arrossire'”, ha commentato Travaglio.
Canfora rinviato a giudizio
Le parole del direttore de Il Fatto Quotidiano sono arrivate a seguito della decisione del giudice Antonietta Guerra di rinviare a giudizio il filologo e storico Luciano Canfora, imputato per diffamazione aggravata nei confronti della premier Giorgia Meloni.
L’uomo aveva definito nel 2022, la leader di Fratelli d’Italia, una “neonazista nell’animo”. Da quanto si apprende, il processo comincerà il 7 ottobre davanti al giudice monocratico Pasquale Santoro.