Arriva l’ok dalla Commissione europea per l’Ucraina e per la Moldavia, che si trovano a pochi passi dal far parte dell’Unione.
La Commissione europea ha dato il via libera alla nazione di Zelensky per iniziare con i negoziati per l‘adesione all’Unione europea. In attesa che l’Ucraina completi alcune riforme chiave, la novità riguarda anche i diversi Stati che aspirano a entrare a far parte dell’Ue.
L’adesione all’Ue di Ucraina e Moldavia
“Dieci anni fa sono iniziate le proteste del Maidan, in cui hanno sparato alle persone che indossavano la bandiera europea. E ora 10 anni dopo è un giorno storico e la Commissione raccomanda che il Consiglio apra i negoziati di adesione per Ucraina e Moldavia“, dichiara la presidente Ursula von der Leyen in conferenza stampa.
Entrambi al centro delle tensioni con la Russia di Putin, oltre a Kiev anche alla Moldavia sembra ormai essere “saldamente sulla strada dell’adesione all’Ue”, come afferma la presidente del Paese, Maia Sandu.
Zelensky: “Un passo storico”
Dopo aver depositato la domanda di adesione il 28 febbraio 2022, oggi la Nazione può finalmente gioire. Appresa la decisione della Commissione europea, il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha dichiarato n un video postato su X: “Il nostro Stato deve far parte dell’Ue. Gli ucraini lo meritano”.
Per il presidente “si tratta di un passo forte e storico che apre la strada a un’Ue più forte con l’Ucraina come membro”.
I welcome today’s recommendation by the European Commission to open EU accession negotiations with Ukraine.
— Volodymyr Zelenskyy / Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) November 8, 2023
This is a strong and historic step that paves the way to a stronger EU with Ukraine as its member.
I thank the EU and personally @vonderleyen for supporting Ukraine on… pic.twitter.com/7py1imxCRT
Il primo ministro Denys Chmygal ha voluto fare dell’Ucraina un membro “uguale” e “forte” dell’Unione. La sua vice, Olha Stefanishyna ha elogiato la decisione dell’Ue, rivendicando che il via libera “è il risultato di un’enorme quantità di lavoro svolto dal Paese in guerra”.