La Banca centrale europea è preoccupata. Il commissario Gentiloni chiede ai ministri delle economie dei paesi membri di trovare soluzioni alternative.
La crisi energetica dovuti all’aumento dei prezzi ha portato gli stati membri ad adottare determinate misure fiscali per non impattare troppo sulle famiglie e sulle imprese. Ma questo potrebbe portare a conseguenze negative sulle economie e sugli obiettivi climatici. Per questo la Commissione europea ha proposto agli stati membri di adottare misure mirate e non intervenire sulle tasse.
L’Ue ritiene che sia meglio investire in aiuti per le famiglie e i settori più colpiti questi extraprofitti che derivano dall’impennata dei prezzi. Un modo più equo e più facile rispetto a quello di fare tagli generalizzati dalle tasse su energia e carburanti. Il commissario all’economia Gentiloni ha inviato una lettera ai ministri dell’economia dei 27 paesi membri. Nella lettera afferma che «ridurre la tassazione indiretta non è necessariamente al soluzione più efficace per rendere accessibili le fonti energetiche, soprattutto se i prezzi restano alti a lungo.”
Il taglio delle tasse rischia di danneggiare l’economia
L’aumento dei prezzi non è stato isolato e breve. Ma, appunto, sono destinati a rimanere alti per un po’, soprattutto in vista delle sorti incerte di questa guerra. L’ex premier ricorda che “riutilizzare le maggiori entrate fiscali legate all’aumento dei prezzi oppure i profitti abnormi delle società energetiche può aiutare a finanziare in modo più equo e sostenibile aiuti mirati per le famiglie vulnerabili e per le imprese o per categorie specifiche di utenti dei trasporti». Aiuti che possono essere erogati «sotto forma di assegni o di rimborsi». Comunque «tenendo bene in mente l’impatto regressivo delle impennate dei prezzi dell’energia» che colpiscono soprattutto i redditi più bassi.
Gentiloni sottolinea che ridurre le tasse sull’energia è semplice ma “deve essere un intervento temporaneo e mirato”. Protraendo questa misura alla lunga rischia di danneggiare le economie di imprese non energetiche e avere ripercussioni anche sulla decarbonizzazione dell’economia europea.