L’Unione europea mette nel mirino la politica di Luigi Di Maio e avverte: “Pagare i contributi è un obbligo, il resto sarebbe una violazione che comporterebbe penalità”.
Prosegue il duello a distanza tra il governo italiano e l’Unione europea, un confronto che si è infiammato in occasione del caso Diciotti, quando l’Europa non ha risposto alle richieste d’aiuto dell’Italia costringendola a trovare soluzioni alternative per la ridistribuzione dei migranti. Il faccia a faccia si è poi ulteriormente complicato dopo l’incontro tra Salvini e Orbàn e dopo le dichiarazioni del ministro Luigi Di Maio, il quale si è detto pronto a portare avanti il programma di governo pentastellato anche correndo il rischio di non rispettare i parametri europei. Ultimo ma non ultimo, Di Maio ha anche fatto sapere di non essere intenzionato a pagare il contributo all’Ue.
Oettinger: “La violazione dei trattati comporterebbe una penalità”
La nuova bacchettata europea all’Italia arriva dal commissario Oettinger, intervenuto ai microfoni del Die Welt: “Tutti gli stati dell’Ue si sono assunti l’obbligo di pagare i contributi nei tempi stabiliti. Tutto il resto sarebbe una violazione dei trattati che comporterebbe penalità. L’Italia ha conquistato il nostro appoggio nell’affrontare la crisi migratoria e le sue conseguenze, posso solo mettere in guardia Roma dal mischiare la questione migratoria con il bilancio Ue“.
Ue, nel mirino la politica di Luigi Di Maio
Nel mirino dell’Ue ci sono quindi le intenzioni di Luigi Di Maio, arrivato a dire di essere intenzionato anche a tagliare i fondi all’Unione europea, un’ipotesi che non ha trovato grandi appigli neanche tra gli alleati di governo.
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