Vaccino coronavirus in Italia, cosa sappiamo sul piano per la distribuzione
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Direttore: Alessandro Plateroti

A chi andranno le prime dosi del vaccino contro il coronavirus? Quante saranno? E quando arriveranno?

Laboratorio vaccino Coronavirus

Emergenza coronavirus in Italia, si lavora al protocollo per la distribuzione del vaccino. Quante dosi arriveranno all’Italia? E chi sarà vaccinato?

Nella conferenza stampa del 14 novembre sui dati del monitoraggio delle Regioni e sull’andamento dell’epidemia in Italia, è emersa una notizia di primaria importanza: c’è la bozza del piano di distribuzione del vaccino contro il coronavirus, che dovrebbe arrivare in Italia a metà del mese di gennaio. Il problema che nel nostro Paese, come negli altri Paesi europei, arriveranno solo poche dosi. Da qui la necessità di avere un piano di distribuzione.

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Coronavirus
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Come conservare il prodotto: la ‘catena del freddo’

Il primo problema che dovrà fronteggiare l’Italia è quello legato alla conservazione di un vaccino che deve essere conservato a bassissime temperature (-80 gradi circa).

Il Presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli ha ammesso che per quanto riguarda la catena del freddo c’è qualche problema che l’Italia deve risolvere. Anzi, consapevole dei problemi, il Ministero della Salute si è mosso per tempo per farsi trovare pronto.

Si occuperà degli aspetti logistici Arcuri. I tecnici concordano nell’affermare che i problemi sono stati presi in considerazione a tempo debito, quindi non ci sarebbero problemi rilevanti o criticità ancora da risolvere.

Ministero della Salute
Ministero della Salute

A chi andranno le prime dosi del vaccino contro il coronavirus in Italia?

La domanda che interessa sicuramente un maggior numero di persone è quella legata ai numeri (quante dosi arriveranno inizialmente in Italia) e ai soggetti che saranno vaccinati per primi, quelli che avranno la precedenza.

Per quanto riguarda le dosi, l’Italia dovrebbe ricevere 1.700.000 dosi. A chi andranno? Saranno scelti soggetti tra le categorie a rischio, quindi saranno scelti soggetti fragili o soggetti sottoposti ad una considerevole esposizione al virus.

Il riferimento evidentemente agli operatori sanitari, che rientreranno nella prima ondata di vaccinazioni, poi si procederà con i soggetti a rischio, quindi gli anziani e le persone con patologie che rendono il quadro clinico complesso. Tendenzialmente parliamo di malati cronici. Chiuderanno il cerchio i giovani, che – parlando in termini di percentuali – hanno dimostrato una considerevole tenuta dal punto di vista medico. Non mancano i casi decisamente gravi che hanno reso necessario il trasferimento in terapia intensiva, ma di norma il processo di guarigione è decisamente più agevole.

Realisticamente parlando, con le prime dosi saranno vaccinati molti operatori sanitari e medici e una percentuale considerevole di soggetti a rischio tra anziani e malati cronici. Con la consapevolezza che per arrivare ad una copertura di una parte considerevole della popolazione si dovranno attendere mesi. E per la vaccinazione di tutti sicuramente più di un anno.

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ultimo aggiornamento: 19 Marzo 2021 14:33

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