Il Piano di distribuzione del vaccino contro il Covid in Italia: le prime dosi a gennaio 2021, per la ‘copertura di massa’ si dovrà attendere almeno la prossima primavera.
Mentre la corsa al vaccino contro il Covid 19 si avvicina alla sua fine con Pfizer e Moderna che si avviano all’approvazione, l’Italia lavora al piano di distribuzione, presentato come bozza dal Commissario all’emergenza Domenico Arcuri.
Vaccino Covid, presentata la bozza del piano per la distribuzione in Italia
Nella bozza presentata dal Domenico Arcuri ai Presidenti delle Regioni vengono elencati i punti principali del piano di distribuzione del vaccino anti-Coronavirus in Italia.
Di fatto arriva una risposta – almeno parziale – alle domande che tutti si pongono da tempo: quando arriverà il vaccino in Italia, quante dosi avremo a disposizione in un primo momento e a chi sarà somministrato nella prima fase.
Stando alle informazioni note, il vaccino dovrebbe arrivare ad inizio 2021 e sarà somministrato al personale sanitario e a dipendenti ed ospiti delle Rsa.
Quando arriveranno le prime dosi in Italia?
Salvo imprevisti, l’Italia dovrebbe ricevere le prime dosi del vaccino già a gennaio 2021. Dovrebbe essere distribuito il vaccino Pfizer, ormai prossimo all’approvazione.
Quante dosi del vaccino contro il Covid saranno consegnate all’Italia nella prima fase della distribuzione?
L’altra domanda calda è quelle legata al numero di dosi. Secondo il piano di distribuzione l’Italia dovrebbe ricevere nella prima fase quasi tre milioni e mezzo di dosi che saranno somministrate a 1,7 milioni di persone. Si tratta di numeri evidentemente contenuti che non garantiscono alcun tipo di immunità di massa ma che dovrebbero in qualche modo alleggerire la pressione sul sistema sanitario. Secondo il ministro della Salute Roberto Speranza, per arrivare ad una vaccinazione di massa dovremo attendere la primavera del 2021. Almeno.
A chi saranno somministrate le prime dosi?
La risposta decisamente chiara è contenuta nella bozza del Piano di distribuzione del vaccino presentato da Arcuri ai Presidenti delle Regioni.
“Appare prioritario salvaguardare quei luoghi che nel corso della pandemia hanno rappresentato il principale canale di contagio e diffusione del virus, quali a titolo esemplificativo gli ospedali e i presidi residenziali per anziani. A tal fine si potrebbe prevedere in questa prima fase di somministrare il vaccino direttamente nelle strutture ospedaliere e, tramite unità mobili, nei presidi residenziali per anziani”.
Quindi, riassumendo, le prime dosi del vaccino saranno somministrate al personale sanitario e al personale e agli ospiti delle strutture residenziali per anziani, le Rsa, che soprattutto nella prima fase dell’emergenza coronavirus si sono trasformate in una trappola mortale per centinaia di persone.
La vaccinazione sarà obbligatoria?
E qui siamo di fronte ad un grande punto interrogativo ancora senza una risposta. La somministrazione del vaccino contro il coronavirus sarà obbligatoria? Non si sa ancora e la sensazione è che anche nella maggioranza di governo ci siano opinioni differenti.