L’incremento del vaiolo delle scimmie continua a scuotere il Paese, soprattutto tra i membri della comunità scientifica.
Solo un paio di giorni fa, l’Organizzazione mondiale della Sanità, ha dichiarato ufficialmente lo stato di “emergenza sanitaria globale”. La news, è stata comunicata direttamente dal direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus, solo 48 ore dopo la seconda riunione del Comitato di emergenza per i regolamenti sanitari internazionali dell’Oms rispetto al virus, alias monkeypox.
A partire dai primi di maggio, la malattia avrebbe colpito quasi 17mila persone in 74 Paesi. Questi i dati del Centro americano per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc).
La richiesta di intervento
“L’infezione da vaiolo delle scimmie è all’inizio di un percorso di diffusione inatteso e preoccupante. È urgente intervenire, perché non andrà via da solo e i casi continuano a crescere”, queste le parole della virologa Ilaria Capua, direttrice dell’One Health Center of Excellence dell’Università della Florida, attraverso un tweet a corollario del suo intervento Rai Radio 1, avvenuto ieri.
Alla Capua, fanno eco i commenti di Bassetti, Direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova: “Con 1.700 casi in un solo giorno nel mondo, l’epidemia di vaiolo delle scimmie ha toccato nelle scorse ore il record di diagnosi. I dati epidemiologici dicono che i casi riguardano prioritariamente una popolazione abbastanza ristretta: maschi, tra i 20 e i 40 anni, che si sono contagiati preferenzialmente per via sessuale o per contatto diretto. È urgente raccomandare la vaccinazione e altri provvedimenti preventivi a queste persone”.