In una recente intervista, Vittorio Feltri difende il suicidio assistito contro chi si oppone per “ignoranza morale”: ecco cosa ha detto.
Dopo aver recentemente detto la sua sul patriarcato, Vittorio Feltri ha preso una posizione netta anche sul suicidio assistito. In un’intervista al Corriere della Sera, ha difeso l’assessore lombardo al Welfare Guido Bertolaso. Quest’ultimo è stato accusato da una parte del centrodestra di aver scavalcato il Consiglio regionale per aver permesso a una paziente affetta da sclerosi multipla di accedere al suicidio assistito, nel rispetto di una sentenza della Consulta.
“Roba da matti” ha commentato il giornalista, ribadendo senza mezzi termini: “Io sono appiattito sulle posizioni di Bertolaso. Ha fatto quello che era giusto fare“.
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La divisione tra Meloni e Salvini e l’appello al Parlamento
Sulla questione, Vittorio Feltri evidenzia una differenza tra la Lega e Fratelli d’Italia. Se Matteo Salvini ha recentemente mostrato aperture, forse influenzato da governatori come Luca Zaia e Attilio Fontana, nel partito di Giorgia Meloni la posizione rimane rigida. “Io sono stato eletto con FdI però non sono per nulla d’accordo con la loro posizione. Ho le mie idee, non le cambio con nessuno e le difendo pubblicamente. Soprattutto su una questione di civiltà come questa“.
Infine, ha lanciato un appello al Parlamento affinché venga approvata una legge nazionale che regoli la materia: “Ma la facciano, per Dio. Io non capisco. Vorrei usare termini forti, ma mi limito a dire che chi non è capace di garantire ai cittadini il diritto di porre fine alle sue sofferenze si dimostra uno stolto. In molti paesi il suicidio assistito è legge, cosa aspettano i nostri parlamentari?“.
La posizione di Vittorio Feltri sul suicidio assistito
Vittorio Feltri si è detto da sempre favorevole alla possibilità di scegliere la propria fine, paragonando il suicidio assistito all’aborto: “Non riesco a capire perché si possa togliere la vita ad un bambino concepito (c’è stato tanto di referendum per ottenere questo diritto) attraverso l’aborto e non si voglia consentire ad un vecchio rimbambito, tenuto in vita con le flebo infilate in tutto il corpo, di poter decidere di andarsene quando si rende conto che la sua non è più vita. Ma sono impazziti?“.
Secondo il giornalista, l’opposizione al suicidio assistito è frutto di “una grande ignoranza morale” e non più legata – come in passato – all’influenza del voto cattolico: “Ai tempi del referendum sul divorzio non mi pare che il parere della Chiesa sia stato rispettato da tutti“.
Sul piano personale, ha già affrontato il discorso con la famiglia: “Ne ho già parlato con mia moglie e i miei figli. Siamo d’accordo su un principio: bisogna avere rispetto della libertà degli altri. Il giorno che dovessi capire che sono arrivato al capolinea chiederò di esercitare il mio diritto“.