Il vocabolario dell’immigrazione: da Sprar a clandestino. Ecco tutte le parole che utilizziamo nel quotidiano.
ROMA – Esiste un vocabolario molto particolare ed è quello dell’immigrazione. Sono diverse, infatti, le parole che si utilizzano quotidianamente e, in alcuni casi, anche in modo sbagliato. In questo articolo proviamo a chiarire meglio il loro significato.
Naturalmente, come ben sappiamo, queste parole possono essere utilizzate anche in modo molto diverso rispetto a quello che noi scriviamo in questo articolo.
Il vocabolario dell’immigrazione
Sono diverse, come detto, le parole utilizzate quando si parla di immigrazione. Intanto, quando ci riferiamo direttamente alla persona vengono usate termini come clandestino, profugo o migrante. Dobbiamo innanzitutto precisare che non tutte le persone che sbarcano nel nostro Paese possono essere definisti clandestini.
Questa parola fa riferimento alla presenza su un territorio senza il permesso. Ma molti sono profughi (in fuga da un Paese ma non in grado di chiedere la protezione internazionale) o migranti (persona che sceglie di lasciare la propria città in modo volontario). Infine c’è il rifugiato e in questo caso c’è la protezione internazionale.
Sprar e hub
Bisogna dire che tra i termini che si utilizzano ci sono anche quelli di Sprar e hub. Il secondo difficilmente viene utilizzato per i migranti e negli ultimi mesi si è usata molto questa parola per quanto riguarda i vaccini e di conseguenza centro.
Più semplice, invece, l’uso di Sprar, ovvero il sistema di protezione per i richiedenti asilo e rifugiati e, di conseguenza, tutti gli enti locali che fanno parte dei progetti di accoglienza. Si tratta di parole che, come detto, ormai sono di uso comune e sono destinati ad essere utilizzate molto probabilmente ancora in futuro.