Secondo il neo ministro della Pubblica amministrazione italiana, lo smart working “può funzionare” e intende “procedere” con il lavoro agile.
Continua l’accesa diatriba che da una parte vede coloro che sono favorevoli allo smart working, dall’altra coloro che sono contrari. Secondo quanto stabilito in merito alla questione, le imprese dovranno comunicare l’elenco di tutti i dipendenti che hanno firmato un accordo individuale per lavorare in parte in presenza e in parte in modalità remota. Il neo ministro della Pubblica amministrazione, Roberto Zangrillo, ha asserito ai microfoni di Radio 24: “Intendo procedere cercando di comprendere con quali modalità possiamo utilizzare questo strumento”.
Zangrillo: “Strumento può funzionare”
E prosegue: “Con la pandemia il numero dei lavoratori italiani che sono andati in smart working sono passati da 500mila a 5 milioni. Questo significa che questo strumento può funzionare. Pensare che si possa rinunciare a questo strumento significherebbe confermare che la pubblica amministrazione è diversa dalle altre organizzazioni perché quello che si può fare dalle altri parti non si può fare nella P.A”.
Infine ha concluso rispondendo alla domanda sulla possibilità di optare per il lavoro agile: “Intendo procedere cercando di comprendere con quali modalità possiamo utilizzare questo strumento. È evidente che comporta un modo diverso di gestire il rapporto tra datore di lavoro e lavoratore. Si passa da una logica di controllo a una logica di verifica dei risultati. Ci vuole maturità. Se il sindacato rivendica la possibilità di avere smart working deve essere consapevole che lo smart si può fare a determinate condizioni”.
Il decreto sul lavoro agile del 1° settembre
Il primo settembre sono cambiate le regole sullo smart working. Difatti il governo ha stabilito alcune importanti novità, con lo scopo di rendere effettiva questa nuova modalità di lavoro. Ad introdurre le normative che regolano il lavoro agile il decreto semplificazioni, pubblicato dopo Ferragosto in Gazzetta Ufficiale.
Un decreto ministeriale firmato dal ministro del lavoro Andrea Orlando ha regolato le normative. Secondo la normativa, si tornerà all’accordo individuale. Dal 1° settembre lo smart working è disciplinato secondo quanto stabilito dalla legge 81 del 2017.
Ciò significa che ai datori di lavoro verrà chiesto solo di comunicare l’elenco dei dipendenti che hanno firmato un accordo individuale per lavorare in parte in presenza e in parte in modalità smart. Per quanto riguarda i lavoratori che non aderiranno all’accordo, dovranno lavorare in presenza.