Alle 3.32 del 6 aprile 2009, l’Abruzzo è vittima di un violento terremoto. Il sisma, di magnitudo 5.9, provoca 309 morti e circa 80 mila sfollati.
Sono passati dodici anni dal terremoto dell’Abruzzo, il sisma che nelle prime ore del 6 aprile 2009 sconquassò l’Italia centrale.
6 aprile 2009, il terremoto de L’Aquila
Alle ore 3.32, in piena notte, un violento sisma di magnitudo 5.9 si origina a 8,8 chilometri di profondità: l’epicentro è L’Aquila, in particolare nella zona compresa tra le frazioni di Roio Colle, Genzano di Sassa e Collefracido.
Il terremoto è stato avvertito su una vasta area comprendente tutto il Centro Italia, fino a Napoli, causando panico tra la popolazione, e inducendola a riversarsi in strada. La regione più colpita è stata l’Abruzzo, seguita dal Lazio. Alcuni lievi danni sono stati riscontrati nella zona di Ascoli Piceno, nelle Marche.
Le vittime del terremoto
La violenta scossa determina il crollo di tanti edifici. Tra questi, il collassamento della Casa dello studente sita nel capoluogo abruzzese. I danni sono immediatamente di particolare gravità. Alla fine, si conteranno 309 morti, 1.600 feriti e oltre 80 mila sfollati.
A L’Aquila le vittime sono 220. Nella piccola frazione di Onna, perdono la vita 41 persone, oltre il 10% degli abitanti. L’evento sismico che colpisce l’Abruzzo è il terzo per gravità dopo quelli del Friuli (1976) e dell’Irpinia (1980) nel secondo dopoguerra.
Ancora a distanza di anni, tuttavia, la ricostruzione è stata incompleta e contraddistinta da forti polemiche. In particolare sul centro storico de L’Aquila.