Il Consiglio dei Ministri sul Terremoto si trasformerà in una resa dei conti sulla manovra. Il Pd e Giuseppe Conte preparano la difesa contro il Movimento 5 Stelle e Italia Viva.
Il governo che doveva arrivare alla fine della legislatura resta di rimanere impantanato di fronte al primo e largamente prevedibile ostacolo: la manovra di governo. Sul Documento ci ha voluto mettere la faccia soprattutto il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Alla fine il progetto economico ha soddisfatto in qualche modo il Pd ma contiene (e non contiene) elementi inaccettabili per il Movimento Cinque Stelle e Italia Viva.
Gli ultimatum di Di Maio e Renzi sulla manovra
Luigi Di Maio ha messo nero su bianco (anche sulla rete) quali sono le tre richieste del Movimento 5 Stelle. Poi il leader pentastellato ha deciso di alzare i toni ricordando al premier Conte come la maggioranza di governo si fondi sul potere parlamentare del MoVimento. Senza si va a casa.
Per Matteo Renzi è inammissibile la presenza nel testo di Quota Cento, secondo l’ex premier un provvedimento dannoso, uno spreco di denaro, come lo ha definito in diverse occasioni.
La tensione è evidente nonostante ogni tanto qualche pontiere provi a smentire le critiche, dare fantasiose e pacifiche interpretazioni di dichiarazioni che nelle orecchie di tutti suonano come dichiarazioni di guerra.
Nicola Zingaretti, “Gli italiani non sono co….”
L’ultimo a inserirsi nella battaglia a colpi di dichiarazioni è stato Nicola Zingaretti che, ospite da Giletti, ha deciso di adeguarsi alla guerra degli ultimatum: “Se qualcuno fa il furbo l’interesse ad andare avanti viene meno, diciamo agli alleati che si può andare avanti ma nessuno ricominci a mettere bandierine su identità perché gli italiani non sono dei c… e ci sarà una rivolta“.
Dopo l’affondo al Movimento 5 Stelle arriva anche la botta a Matteo Renzi, definito come un partito poco trasparente visto che, proprio come il Movimento 5 Stelle, sta contestando e mettendo in discussione una manovra discussa e approvata (salvo intese).
Manovra, resa dei conti a Palazzo Chigi. E il Pd prepara il piano per le elezioni anticipate
E così il Consiglio dei Ministri in programma per il 21 ottobre diventa una resa dei conti nella maggioranza di governo. Uno scenario che non può fare felice Giuseppe Conte, in attesa di una risposta da Bruxelles da dove hanno già fatto sapere di avere bisogno di chiarimenti da Roma. Intanto tra Palazzo Chigi e il Nazareno si è instaurato un rapporto profondo che ha portato alla nascita di un piano B: se Renzi e soprattutto Di Maio dovessero tirare troppo la corda. il premier rassegnerebbe le dimissioni per mandare il paese alle elezioni.