E’ polemica per la sentenza del Tar su Report. Il Tribunale ha chiesto alla trasmissione di svelare le proprie fonti.
ROMA – La sentenza del Tar su Report ha fatto scoppiare una vera e propria polemica a livello internazionale. Il Tribunale amministrativo del Lazio ha dato ragione all’esposto di un avvocato milanese che chiedeva rivelare le fonti su un’inchiesta sugli appalti lombardi.
Sigfrido Ranucci ha fatto sapere di non avere nessuna intenzione di rispettare la sentenza. Una posizione che è stata condivisa dalla stessa Rai3. Come riportato dall’Ansa, la direzione ha parlato di “un precedente gravissimo, un attacco all’indipendenza e all’autonomia di informazione“.
Le reazioni della politica
La sentenza del Tar ha provocato reazioni anche nel mondo della politica. La Lega ha duramente attaccato la trasmissione parlando di “stucchevole vittimismo” con il suo capogruppo in Vigilanza Rai Massimo Capitanio.
Di diverso avviso, invece, il Centrosinistra. Enrico Letta ha ricordato come “le sentenze si rispettano sempre. Ma questa del Tar sulle fonti di Report lascia davvero perplessi. Non vedo come possa resistere agli ulteriori gradi di giustizio“. Anche il M5s critico. “La sentenza – la posizione di Primo Di Nicola – crea un pericolosissimo precedente che mette in discussione la segretezza delle fonti giornalistiche e con essa la libertà di stampa“.
La posizione degli organismi sindacali
Dura anche la reazione degli organismi sindacali della stampa. “Rispettare le sentenze non significa non poterle criticare – hanno detto Giulietti e Di Trapani – anzi sono l’occasione per chiedere nuovamente a governo e Parlamento la necessità di un chiarimento urgente sulla natura giuridica della Rai. I giornalisti che fanno informazione in Rai non possono essere paragonati a funzionari della pubblica amministrazione. Pertanto le nome sull’accesso agli atti devono soccombere al diritto/dovere del giornalista di tutelare le proprie fonti. Altrimenti nei fatti si azzererebbe qualunque possibilità per i giornalisti Rai di fare il proprio lavoro“.