Rischia di slittare l’esame in aula sulla riforma della giustizia il 19 aprile
Per molti la data del 19 aprile è impossibile da raggiungere dato che non si riesce a trovare un’intesa sul Csm. Sembra ancora bloccata la riforma della giustizia che rischia di slittare di nuovo. Questa volta a frenare tutto è stata la Lega seguito da Forza Italia e Italia Viva. Un nuovo incontro è previsto per oggi per cercare di rispettare la data dell’esame in aula.
La frenata della Lega suscita l’ira del M5S che ritiene che l’incontro poteva essere finalmente decisivo ma la volontà della Lega è quella di bloccare la riforma. Anche il Pd lamenta la poca collaborazione della Lega per far passare questa riforma che chiedono responsabilità da tutte le forze politiche. Anche Letta accusa Forza Italia, Lega e Italia Viva di volere affossare la riforma. “Noi abbiamo contribuito eliminando dal tavolo temi divisivi. Adesso spetta agli altri dire cosa vogliono fare” commenta Costa di Azione.
Nel nuovo incontro di oggi è difficile che si possa trovare un’intesa quindi le forze politiche si preparano al voto di fiducia. «Speravo di poter mantenere l’impegno di portare la riforma in Aula il 19 aprile, ma mi sembra molto irrealistico», dichiara il presidente della Commissione Giustizia della Camera Perantoni. Oggi si riprova senza troppe speranze perché restano ancora tre nodi da sciogliere.
Nuovo incontro per la riforma della giustizia
Il primo riguarda la separazione di carriere dei magistrati, le cosiddette porte girevoli tra magistratura e politica, e poi legge elettorale del Csm. La ministra della Giustizia Marta Cartabia aveva parlato di avvicinamento tra le posizioni ma pare che il testo sia stato frenato di nuovo. I tre partiti che hanno bloccato l’intesa chiedono una riforma radicale mentre Pd e M5S preferiscono una riforma che cambi poco il sistema attuale.
Oggi alle 12 la ministra Cartabia ha incontrato di nuovo le forze di maggioranza dopo il rinvio chiedo dalla Lega di ieri. Il ritardo sarebbe dovuto al fatto che ieri Matteo Salvini e Giulia Buongiorno erano bloccati nell’aula di tribunale a Palermo per il processo di Open Arms. I due sarebbero stati irraggiungibili e per questo non è arrivato l’ok dal leader del Carroccio.
Segni di frenata su questa intesa anche da Forza Italia che oggi ha dato il via alla convention del partito azzurro a Roma. Qui Antonio Tajani ha sottolineato il sostegno a Draghi e a questo governo fino al 2023 ma ha posto delle condizioni. «Sostegno al governo Draghi fino al 2023, ma restano aperte due questioni, la riforma del fisco e della giustizia, sulle quali non possiamo fare marcia indietro, perché rappresentano l’essenza della nostra azione politica».