Mancherebbero 4.200 medici nell’ambito dei Pronto Soccorso italiani. Realtà affette da anni, da gravi deficit.
Il deficit cronico ha interessato gli specialisti in medicina d’Emergenza, situazione aggravata da un fenomeno feroce, ossia quello delle dimissioni. Stando all’ultimo bilancio di Simeu, Società Italiana di Medicina d’Emergenza e Urgenza, il quadro sembrerebbe a dir poco critico: sono infatti 600 i medici che avrebbero rinunciato alla carriera nel 2022 ergo, circa 100 al mese.
Garantire ai pazienti l’assistenza adeguata non è più un dato ovvio, soprattutto perché, all’assenza di professionisti, va aggiunto l’aumento delle richieste d’aiuto, che quest’anno sono state il 20% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Gli addetti ai lavori descrivono il momento come la “peggiore estate da quando esiste l’Emergenza Urgenza”.
L’affollamento dei Pronto Soccorso
Ad aggravare il tutto, il fenomeno che vedrebbe un affollamento esagerato dei Pronto Soccorso italiani. Nell’arco degli ultimi mesi, i giornali hanno costantemente denunciato le ore di attesa dei pazienti seduti per terra, su sedie o barelle in attesa di essere visitati.
Il famoso boarding, ossia il numero di quanti sono in attesa del ricovero, sarebbe aumentato “con le stesse proporzioni” di quello dei richiedenti assistenza. Come sottolineato da Simeu, le richieste “superano di gran lunga le possibilità di risposta”. Secondo le stime della Società, quest’anno gli operatori sanitari hanno subito “un incremento del carico di lavoro non inferiore al 50% rispetto al 2021, che in questo stesso periodo non registrava né un’ondata di Covid né i disagi dovuti al caldo preoccupante”. Antonio Voza, segretario Simeu, delinea una condizione che “ha superato il limite della sostenibilità. Indistintamente da nord a sud”.