Un coinvolgimento diretto degli Stati Uniti potrebbe scattare con la fornitura di missili tattici all’Ucraina.
“Se Kiev ottenesse” i missili a lungo raggio che ha richiesto agli Stati Uniti, “grandi città russe, oltre che infrastrutture industriali e dei trasporti, ricadrebbero nell’area di possibile distruzione. Uno scenario del genere significherebbe un diretto coinvolgimento degli Stati Uniti in un confronto militare con la Russia”. Questo è quello che ha dichiarato l’ambasciatore russo negli Usa Antonov all’agenzia Sputnik.
“Particolarmente preoccupante è il fatto che da molti mesi l’Ucraina sollecita la fornitura di missili tattici operativi Atacms, progettati per colpire obiettivi a una distanza massima di 300 km”, ha aggiunto. Gli Usa saranno considerati parte attiva della guerra dai russi se dovesse inviare a Kiev i missili a lungo raggio. Uno scontro militare degli Stati Uniti diretto con la Russia signifcherebbe l’immediato intervento della Nato e di conseguenza trascinerebbe l’Alleanza atlantica in questa guerra che rischia di diventare mondiale.
Secondo il segretario generale dell’Onu Guterrres “le chance di un accordo di pace sono minime” tra Kiev e Mosca dopo che ha avuto un colloquio telefonico con il presidente russo Putin. I due hanno discusso anche della situazione relativa alla centrale nucleare di Zaporizhzhia e l’accordo sull’export del grano di cui l’Onu è garante.
Mosca non vuole la pace e coinvolge gli Usa
Nei giorni scorsi anche il cancelliere tedesco Scholz ha avuto un colloquio telefonico con Putin. Ha detto che purtroppo il presidente russo non ha capito che l’invasione dell’Ucraina è stato un errore. Ma il Cremlino continua a ribadire la possibilità di espandere il conflitto anziché di porvi fine. Giù il vicepresidente Medvedev ha intimato la possibilità di una Terza Guerra Mondiale se venisse adottato il patto di pace firmato da Zelensky.
La resistenza ucraina nel frattempo sta avanzando e liberando chilometri di territorio occupato dai russi. In prima linea il presidente Zelensky. Ha visitato questi luoghi in cui i russi hanno commesso atrocità contro i civili e il territorio ucraino. Arrivato a sorpresa a Izyum, il più importante dei centri riconquistati dalla controffensiva nella regione di Kharkiv per omaggiare il successo delle sue truppe e promettere che è solo l’inizio. La controffensiva continuerà nel Donbass e nella zona di Kherson. Ma il presidente vuole anche la Crimea.
Secondo il governo ucraino i russi potrebbero ripensarci e chiedere di negoziare stando ai risultati della controffensiva. Ma un entusiasmo che non trova riscontro nelle parole del segretario dell’Onu Guterres. E nemmeno nel presidente Usa Biden che ha detto: “È chiaro che gli ucraini hanno fatto progressi significativi. Ma sarà un lungo cammino”.