Inaspettato commento di Matteo Renzi nella sua Enews a proposito della Premier, Giorgia Meloni. Le parole del leader di Italia Viva.
Un alleato inatteso per Giorgia Meloni. La Premier, nelle ultime giornate, aveva deciso di procedere con una querela verso Luciano Canfora. Il professore emerito dell’Università di Bari si era espresso con frasi offensive ai danni della Presidente del Consiglio definita ‘neonazista’. Una situazione che ha visto, in modo inaspettato, Matteo Renzi schierarsi dalla parte della donna.
Renzi sta con la Meloni dopo la querela a Canfora
Come di consueto, Renzi ha espresso le proprie idee sui recenti fatti dell’attualità politica italiana nella sua Enews. In questo senso, il leader di Italia Viva ha commentato la querela della Meloni e Canfora che la aveva definita ‘neonazista’.
“Sono contento che Giorgia Meloni quereli chi la definisce ‘neonazista’. Da italiano, sarei amareggiato nell’ipotesi di una mancata querela. Perché essere un professore di sinistra non ti consente di definire neonazista chi non la pensa come te. Sbaglio?”.
L’affondo sul caso Pozzolo
Ma particolare enfasi, Renzi l’ha messa nel commentare anche le recenti vicende che hanno coinvolto il deputato, sospeso, di FdI, Emanuele Pozzolo, per l’ormai famoso caso dello sparo a Capodanno.
In questo senso il leader di Italia Viva ha parlato dell’ultima perizia balistica sul colpo partito alla festa di Rosazza che avrebbe “certificato” le colpe del deputato.
“I media non danno alcuna attenzione al caso ma sulla vicenda dello sparo di Capodanno in cui sono coinvolti dirigenti di Fratelli d’Italia è uscita una notizia che nessuno ha smentito. Ma che quasi tutti hanno volutamente ignorato”, ha scritto il politico toscano.
“Nella nuova versione di un testimone, il deputato di FdI Pozzolo avrebbe sparato mentre il sottosegretario alla giustizia di FdI Delmastro sarebbe stato a tre metri da Pozzolo. Non a gettare l’immondizia fuori dalla sala, non a fumare dunque, ma a tre metri di distanza. Sono versioni molto discordanti. Perché? Chi mente? E soprattutto perché mente? Possibile che su una cosa del genere il sottosegretario non accetti di venire in Aula a riferire? Noi faremo un’altra interrogazione parlamentare. Ma è incredibile che l’uomo da cui dipende la Polizia Penitenziaria non faccia chiarezza in Parlamento su quello che è accaduto”.