Se la sindrome delle catastrofi riempie le tasche degli speculatori
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Direttore: Alessandro Plateroti

Se la sindrome delle catastrofi riempie le tasche degli speculatori

soldi euro

Quando le catastrofi diventano opportunità.

Le vie della speculazione sono infinite. Si può comprare o scommettere su tutto, disgrazie comprese: anzi, sono proprio le grandi catastrofi del momento – dai fenomeni climatici eccezionali all’esplosione di nuove pandemie – a catturare attenzione e capitali dei grandi investitori, soprattutto dei gestori di fondi speculativi.

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Oltre il confine tra rischio e azzardo, c’è il nuovo boom dei “bond sulle catastrofi”, un “mercato riservato ed esclusivo” da oltre 12 miliardi di dollari che cresce al doppio del tasso di inflazione. Secondo le stime del colosso assicurativo svizzero Swiss Re, le emissioni di obbligazioni sul rischio di pandemie globali, uragani e mega-terremoti hanno quasi raggiunto in sei mesi i 15,6 miliardi di dollari emessi nel corso del 2023.

E con una crescita del mercato del 7,4% a fine giugno scorso, la prima metà del 2024 è diventata la più attiva mai registrata nel “salotto buono” delle scommesse “clandestine” sui bond catastrofali. Che dire? Complimenti a chi specula sulle disgrazie? Forse no. Ma il punto non è questo.

Non è l’etica degli speculatori il punto

La questione non è l’etica degli speculatori, ma la velocità con cui un piccolo, opaco e semi sconosciuto mercato di nicchia si è trasformato in pochi anni in una macchina da soldi: un potere che ha solo la paura. Ad alimentare il boom dei bond catastrofali non è la liquidità in cerca di rifugio, ma quella a caccia di nuove frontiere di profitto: cambiamento climatico e pandemie globali sono diventate il carburante ideale per trasformare le grandi paure collettive in strategie di investimento.

Un mercato in crescita: il boom dei bond catastrofali

L’impennata delle emissioni, non a caso, segue un anno in cui i bond catastrofali hanno alimentato la strategia degli hedge fund più performante al mondo, aumentandone l’attrattiva tra gli investitori. I cat bond consentono agli assicuratori di trasferire il rischio dei danni causati da certi eventi sui mercati dei capitali. Gli investitori rischiano perdite enormi se si verifica una catastrofe predefinita, ma fanno guadagni enormi in caso contrario. L’anno scorso i cat bond hanno reso il 20%, la migliore performance annuale mai registrata, e il valore totale delle obbligazioni sui disastri circolanti è superiore ai 46,5 miliardi di dollari, nuovo record storico.

Rendimento e rischio: cosa dicono gli analisti

Secondo gli analisti di Swiss Re, al 30 giugno scorso gli investitori in cat bond godevano di un rendimento medio di circa il 15%, comprendente un premio per il rischio del 10% e un tasso del mercato monetario di circa il 5%. Un valore “significativamente superiore rispetto a prodotti di credito simili”, come è scritto nella ricerca del gruppo finanziario elvetico. E soprattutto, in questi tempi, a rendere anche più attraente, sicuro e redditizio l’investimento catastrofale è l’ampia protezione degli investitori nei “pericoli secondari” sempre più comuni e frequenti, come tempeste, inondazioni e incendi.

Il futuro del mercato dei bond catastrofali

Più che una sfida contro le insidie del destino, il mercato dei bond delle disgrazie sembra il paradiso dei grandi guadagni nel clima di paure. Che dire?
Di questo ritmo, rispunteranno presto anche i bond di guerra: a rendimento garantito, ovviamente.

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ultimo aggiornamento: 4 Settembre 2024 11:41

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