Elon Musk sostiene Giorgia Meloni e attacca la magistratura italiana sulla gestione dei migranti. Risponde anche Matteo Salvini.
L’ultimo episodio dello scontro sulla gestione dei migranti in Italia ha visto un inaspettato alleato schierarsi a favore del governo di Giorgia Meloni: il leader di Tesla, Elon Musk.
Il proprietario di X (ex Twitter), come riportato da Open, si è espresso duramente nei confronti della magistratura italiana. Ma non è solo, anche Matteo Salvini è intervenuto duramente.
L’appoggio di Musk a Giorgia Meloni e il “tweet” di Salvini
Lunedì 11 novembre, il tribunale di Roma ha rinviato alla Corte di giustizia dell’Unione Europea la decisione sulla detenzione di sette richiedenti asilo trasferiti in Albania.
Elon Musk ha reagito alla notizia con un post secco: “Questi giudici devono andarsene“, in risposta alla sospensione del trattenimento dei migranti.
L’appoggio del leader di Tesla a Giorgia Meloni non è stato un evento isolato. Negli ultimi mesi, il magnate americano ha espresso più volte il suo supporto alla premier italiana e alla sua linea dura sui flussi migratori.
Ma non solo Musk è intervenuto. Infatti, il ministro Matteo Salvini ha immediatamente fatto eco al commento del magnate.
In un post in inglese su X, ha dichiarato: “Musk ha ragione. Il 20 dicembre potrei ricevere una condanna a sei anni di prigione per aver bloccato gli sbarchi di clandestini in Italia quando ero ministro dell’Interno“.
La replica del Consiglio superiore della magistratura
Non si è fatta attendere la reazione della magistratura. Ernesto Carbone, consigliere laico del Consiglio superiore della magistratura (Csm), ha descritto le parole di Musk come “pericolose“.
“Questi nuovi oligarchi che sfruttano mondi nuovi (come lo spazio, l’etere i social e le nuove tecnologie) per controllare la politica mondiale sono un pericolo per la democrazia”, ha affermato il consigliere.
Ha aggiunto: “Dopo un’incursione nella politica tedesca oggi il giurista Elon Musk entra in modo violento criticando un potere dello Stato. Tutto questo è inaccettabile“.