Antonio Tajani, a Quarta Repubblica, parla del futuro dell’Europa: la difesa comune e il ruolo strategico nella NATO. Ecco cosa ha detto.
L’Europa si trova a un bivio cruciale. Il contesto geopolitico attuale, segnato da conflitti e instabilità, impone una riflessione sulla necessità di una difesa comune, è anche il pensiero di Tajani. Da anni si parla della creazione di un esercito europeo, ma le divisioni interne e le diverse visioni dei singoli Stati membri hanno sempre ostacolato il progetto. Tuttavia, qualcosa sta cambiando.
Negli ultimi anni, le tensioni internazionali hanno evidenziato la vulnerabilità dell’Unione Europea. Il ruolo della NATO rimane centrale, ma può bastare a garantire la sicurezza del continente? L’ipotesi di un’autonomia strategica è tornata al centro del dibattito politico. L’uscita del Regno Unito dall’UE sembrava aver allontanato questa prospettiva, ma oggi Londra stessa sembra riconsiderare la propria posizione.

Il ritorno del dibattito sulla difesa comune
L’idea di un’Europa capace di difendersi da sola non è nuova. Già negli anni ‘50, il progetto di una Comunità Europea di Difesa (CED) fallì per il veto della Francia. Oggi, la situazione è diversa: le minacce globali, dalla guerra in Ucraina al terrorismo internazionale, spingono i Paesi europei a cercare nuove soluzioni.
A Quarta Repubblica, Antonio Tajani ha sottolineato l’importanza di un’Europa più forte e indipendente. «Questa situazione deve servire da stimolo: l’Europa deve difendersi e diventare il secondo pilastro della NATO», ha dichiarato. Il ministro degli Esteri ha inoltre rilanciato l’idea di finanziare la difesa comune attraverso strumenti innovativi come gli eurobond, strumenti finanziari condivisi tra gli Stati membri per investimenti strategici.
Tajani ha ricordato che «La Gran Bretagna era contraria alla Difesa europea e lo era anche la Francia di De Gaulle, si stanno riavvicinando all’idea. Aveva ragione De Gasperi e aveva ragione Berlusconi». Un cambiamento di prospettiva che potrebbe aprire nuove strade per una cooperazione più solida tra i Paesi europei.
Un’Europa unita o divisa?
Uno degli ostacoli principali a questo progetto è rappresentato dalle divisioni interne tra i Paesi dell’UE. Alcuni Stati, come la Francia e la Germania, sostengono l’idea di una maggiore integrazione militare, mentre altri sono più restii a cedere sovranità in un settore così delicato.
Su questo punto, il ministro Tajani non ha dubbi: «C’è stato un confronto che politicamente non ci ha fatto piacere perché dobbiamo essere uniti. Non possiamo permetterci di dividerci», ha ribadito, evidenziando che solo un fronte unito potrà garantire sicurezza e stabilità nel lungo periodo.
L’Europa sta entrando in una nuova fase della sua storia. L’idea di una difesa comune non è più solo un sogno di pochi visionari, ma una necessità sempre più evidente. Con la Gran Bretagna che si avvicina nuovamente a questa prospettiva e con strumenti come gli eurobond a disposizione, il progetto potrebbe diventare realtà.
Il futuro dell’Europa passa attraverso scelte decisive: rimanere dipendente dagli alleati o costruire una vera autonomia strategica. La risposta, secondo Tajani, è chiara: «Dobbiamo essere uniti».
"Non credo sia stata una trappola, noi politicamente dobbiamo essere uniti, l'Europa, l'Ucraina e gli Stati Uniti, Deve vincere il valore fondamentale dell'Occidente che è la libertà."#Tajani #quartarepubblica pic.twitter.com/EQ5VsZ58AU
— Quarta Repubblica (@QRepubblica) March 3, 2025
"Noi siamo cristiani, liberali, riformisti, garantisti, europeisti e atlantisti."#Tajani #quartarepubblica pic.twitter.com/5fnkRBOhIW
— Quarta Repubblica (@QRepubblica) March 3, 2025