Dopo la nuova sentenza sul caso Diciotti, Elly Schlein esorta la premier Giorgia Meloni a non attaccare i giudici per “coprire i fallimenti”.
Elly Schlein interviene, dopo la nuova sentenza del caso Diciotti, affermando che gli italiani stanno pagando il prezzo delle scelte di Giorgia Meloni. La situazione è particolarmente tesa: la segretaria del Partito Democratico invita la premier a non attaccare i giudici.
Caso Diciotti, l’intervento di Elly Schlein
“Non è possibile che ogni giorno il governo attacchi le sentenze”, così Elly Schlein ha commentato l’atteggiamento del centrodestra che, a suo dire, attaccherebbe i giudici per coprire i propri “fallimenti“.
Una presa di posizione che emerge, in sostanza, dopo l’emanazione della sentenza sul caso Diciotti, che ha creato non pochi scontri sul piano politico, tra le varie fazioni.

“Giorgia Meloni continua ad alimentare lo scontro con la magistratura per coprire i fallimenti del proprio governo” – ha detto Schlein, la quale sottolinea, in merito che, il giudizio della Cassazione “non cambia in base al suo umore“.
Insulti alla Cassazione, la presidente Cassano: “Inaccettabili”
Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno accolto il ricorso di un gruppo di migranti a cui, dal 16 al 25 agosto 2018, Matteo Salvini, al tempo ministro dell’Interno, impedì di sbarcare dalla nave Diciotti.
Nell’istanza si chiedeva la condanna del governo italiano, il quale avrebbe dovuto risarcire i danni legati alla privazione della libertà.
Il governo, dunque, è stato condannato e, di lì a poco, è arrivato un duro attacco della maggioranza. Salvini ha bollato come “vergognosa” la sentenza emanata, definendola come una “ennesima invasione di campo” della magistratura.
“Insulti inaccettabili” secondo secondo la Corte, posizione appoggiata dalla segretaria del Partito Democratico.
Margherita Cassano, presidente della Cassazione, ha riferito che “le decisioni della Corte di Cassazione, al pari di quelle degli altri giudici, possono essere oggetto di critica, sono invece inaccettabili gli insulti che mettono in discussione la divisione dei poteri su cui si fonda lo Stato di diritto“.