Morte Alex Marangon, la famiglia continua a respingere l’ipotesi del suicidio: ecco cosa dicono i risultati dell’autopsia.
L’autopsia di Alex Marangon ha rivelato un violento trauma cranico e toracico, con segni di possibile colluttazione prima della caduta dal dirupo di 15 metri. Mentre l’ipotesi del suicidio resta plausibile per la Procura, la famiglia lotta per escluderla e chiede chiarezza. Dubbi anche sulla possibile presenza di “gente importante” legata alla vicenda.

L’ipotesi del suicidio di Alex Marangon e i dubbi della famiglia
Nonostante la relazione medico-legale, come riportato da Leggo, indichi che la dinamica del suicidio per precipitazione sia “maggiormente compatibile“. L’ipotesi di una colluttazione prima della caduta non viene esclusa. Questo elemento alimenta i dubbi della famiglia di Alex Marangon, che attraverso il proprio legale ha ribadito la ferma convinzione che il giovane non si sia tolto la vita.
“Abbiamo letto la relazione del consulente della Procura sulle cause del decesso del 25enne Alex Marangon e crediamo tecnicamente da escludere l’ipotesi del suicidio“, ha dichiarato l’avvocato. Il legale ha inoltre sollevato interrogativi sulle modalità della caduta e sulla ricostruzione dei fatti.
Un punto critico riguarda il passaggio del corpo tra i rami del dirupo. “Bene farebbe sul punto la Procura a spiegare innanzitutto come mai i vigili del fuoco non hanno trovato tracce del passaggio del corpo di Alex tra rami e foglie e come mai un torace che impatta su rami non presenti alcun segno sulla cute“, ha evidenziato l’avvocato.
Per chiarire ulteriormente le circostanze della morte, la famiglia ha annunciato l’intenzione di affidare la relazione autoptica a un proprio consulente medico legale.
I risultati dell’autopsia: il trauma cranico e la lunga agonia
Secondo l’analisi, Alex Marangon sarebbe caduto oltre il parapetto della terrazza belvedere, forse con le mani in avanti, urtando ripetutamente contro i rami degli alberi lungo il dirupo prima di toccare il suolo. Il trauma cranico sarebbe stato la causa principale del decesso, aggravato da un forte trauma toracico sul lato sinistro del corpo.
L’autopsia ha stabilito che il giovane non è morto immediatamente. “Dopo aver colpito violentemente la roccia sottostante il dirupo sia rimasto steso sul bagnasciuga e sia rimasto vivo e agonizzante per un tempo non inferiore a venti minuti-mezz’ora durante i quali i fenomeni emorragici subaracnoidei, pleurici e cutanei hanno potuto manifestarsi“, si legge nella relazione.
Durante questo periodo, i fenomeni emorragici subaracnoidei, pleurici e cutanei si sarebbero manifestati progressivamente. In seguito, il corpo sarebbe stato parzialmente sommerso dall’acqua fredda del Piave, ma senza che ciò abbia influito sulla causa della morte.