USA, Donald Trump, e il presidente russo, Vladimir Putin, si incontrano oggi per discutere una possibile tregua in Ucraina.
La guerra in Ucraina, iniziata nel 2022 con l’invasione russa, ha causato ingenti perdite umane e materiali da entrambe le parti. Le tensioni internazionali sono aumentate, coinvolgendo non solo i paesi direttamente interessati, ma anche l’intera comunità internazionale. In questo scenario, gli sforzi diplomatici per raggiungere una tregua sono stati molteplici, ma spesso infruttuosi.
Oggi, 18 marzo 2025, si tiene un colloquio cruciale tra Donald Trump e Vladimir Putin, un evento che potrebbe rappresentare un punto di svolta nel conflitto. La Casa Bianca e il Cremlino hanno confermato l’incontro, lasciando intendere che la pace potrebbe essere più vicina di quanto si pensi.
“Non siamo mai stati così vicini ad un accordo di pace”, ha dichiarato Trump, confermando la conversazione con Putin nel corso della giornata.

Trump riconosce la Crimea come russa?
Uno dei punti più delicati del confronto riguarda i territori occupati dalla Russia. Il Cremlino non ha intenzione di restituire le regioni conquistate, e gli Stati Uniti potrebbero proporre un compromesso per sbloccare le trattative. Secondo indiscrezioni, Trump starebbe valutando di riconoscere ufficialmente la Crimea come territorio russo, una concessione che potrebbe accelerare il cessate il fuoco ma che rischia di scatenare reazioni da parte degli alleati occidentali.
“Non siamo mai stati più vicini di così alla pace. Siamo sulla linea delle 10 yard della pace”, ha dichiarato Karoline Leavitt, portavoce della Casa Bianca, utilizzando una metafora sportiva per indicare la vicinanza a un accordo.
Tra i temi del colloquio, si discute anche della gestione degli “asset”, termine utilizzato da Trump per riferirsi ai territori contesi. Secondo Washington, l’Ucraina deve prendere atto della necessità di sacrifici territoriali per arrivare a una pace duratura.
“Avremo una conversazione importante, siamo ad un punto critico”, ha ribadito Trump, sottolineando il suo impegno nel trovare una soluzione per i soldati ucraini in difficoltà.
L’attenzione si concentra su un gruppo di militari ucraini accerchiati nella regione di Kursk, attualmente controllata dalla Russia. “Parlo con il presidente russo per salvare soldati che sono in grave difficoltà, sono circondati dalle truppe russe. Credo che non sarebbero più qui se non fosse per me. È una situazione critica”, ha dichiarato il presidente americano.
Zelensky attende news e valuta la revoca delle sanzioni
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, segue con attenzione gli sviluppi, mantenendo attivi i canali diplomatici. In una recente conversazione con Emmanuel Macron, ha ribadito la volontà di Kiev di rispettare il cessate il fuoco, ma senza accettare condizioni imposte da Mosca.
“L’Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni. Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni”, ha affermato Zelensky.
Parallelamente, emergono aperture su un altro fronte: Kiev potrebbe valutare la revoca delle sanzioni occidentali contro Mosca in cambio di passi concreti da parte della Russia verso una pace duratura. “In questo momento vogliamo solo assicurarci che la Russia compia passi significativi in questa direzione, poi si potrà discutere della loro rimozione”, ha dichiarato Vladyslav Vlasiuk, commissario ucraino per la politica delle sanzioni.
Nonostante le difficoltà economiche, il Cremlino continua a finanziare l’esercito grazie alle entrate energetiche, anche se le sanzioni hanno ridotto i ricavi da petrolio e gas. Vlasiuk ha lasciato intendere che in futuro l’Europa potrebbe riprendere gli acquisti di energia russa, sebbene con garanzie per evitare una nuova dipendenza da Mosca.
“La Russia ha un enorme potenziale, soprattutto in termini di risorse energetiche, e sarebbe probabilmente insensato non provare a sfruttarlo”, ha affermato, sottolineando però la necessità di un accordo che garantisca giustizia per gli ucraini colpiti dal conflitto.
Ucraina, la pace è davvero vicina?
Il colloquio tra Trump e Putin potrebbe rappresentare un punto di svolta nel conflitto ucraino. Se il presidente americano decidesse davvero di riconoscere la Crimea come russa, si aprirebbe la strada a una tregua, ma con conseguenze geopolitiche di ampia portata.
“Quello che sta succedendo in Ucraina non va bene, vediamo se riusciamo ad arrivare ad un accordo di pace. Penso che saremo in grado di farlo. Sono coinvolto per una questione di umanità, vogliamo un cessate il fuoco e poi un accordo di pace”, ha concluso Trump.
La comunità internazionale osserva con attenzione: il destino dell’Ucraina potrebbe decidersi nelle prossime ore.