L’ONU invia una lettera al governo sull’affido condiviso: “Il testo del ddl Pillon introdurrebbe disposizione che comporterebbero una regressione”.
ROMA – Dopo Bruxelles, arriva una nuova critica al governo italiano. Questa volta a farla è stata l’ONU che con una lettera inviata a Palazzo Chigi critica duramente il ddl Pillon sull’avviso condiviso. La missiva è stata pubblicata dall’Huffington Post e riportata dal sito di SkyTG24.
“Il testo – si legge – introdurrebbe disposizioni che potrebbe comportare una grave regressione. Verrebbero alimentate la disuguaglianza e la discriminazione basate sul genere e privando le vittime di violenza domestica di importanti protezioni“.
Affido condiviso, l’ONU duro contro il ddl Pillon
Nella lettera inviata al Governo si ricorda come il disegno di legge sarebbe “in contrasto con la Convenzione di Istanbul firmata dall’Italia nel 2013 e renderebbe la mediazione obbligatoria problematica per un certo numero di motivi. Il decreto non fornisce quale siano gli strumenti, le modalità e le procedure a disposizione del mediatore per prevenire o risolvere situazioni di violenze presenti in famiglia, sollevando preoccupazioni che tale mediatore non sarebbe necessariamente competente a gestire situazioni di pericolo reale per l’integrità fisica delle persone coinvolte“.
Nella missiva viene sottolineato come nel “ddl sarà richiesto che il bambino, anche se vittima di violenza, veda il genitore maltrattante, secondo il quale al piccolo deve essere garantita una doppia genitorialità“.
“L’articolo 14 del decreto – si legge nella lettera – rende impossibile per le vittime di violenza di fuggire dal luogo per trovare protezione e sicurezza“. Una risposta è attesa entro i 60 giorni con il governo italiano che dovrà spiegare nei dettagli questo disegno di legge presentato da Simone Pillon.
Non si è fatta attendere la risposta dell’esponente del Carroccio: “Due tizie dell’ONU prendono posizione contro il disegno di legge. Verranno i caschi blu ad arrestarci? Il testo è unificato nel rispetto del Contratto di governo“.
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