Dopo Mondovì, nuovo episodio di antisemitismo a Torino. “Crepa sporca ebrea” scritto sui muri della casa di una donna di origini ebree.
TORINO – Un nuovo, grave, episodio di antisemitismo dopo quello avvenuto a Mondovì.
Antisemitismo a Torino
Sui muri di un palazzo di corso Casale, a Torino, è comparsa la scritta “crepa sporca ebrea“. Nel luogo in questione vive una donna di origini ebree, figlia di una staffetta partigiana. “Una frase terribile, soprattutto nel Giorno della Memoria. Termini vecchi, passati, che però fanno ancora male“, dice la signora Maria, che ha sporto denuncia in Questura. Sull’episodio indaga la Digos. La scritta è stata realizzata sui muri del cortile interno del palazzo. “Non ho mai fatto mistero delle mie origini, non ne ho mai visto il motivo. Purtroppo il mio non è il primo caso e questa escalation fa riflettere. Meno male che in tante scuole gli insegnanti, e non solo, educano i ragazzi al rispetto dei veri valori della storia. E’ una brutta scritta, fa male. Fa tanto male…“.
Insulti, la denuncia della Stampa
“Insulti e minacce contro Liliana Segre, il direttore di Repubblica Carlo Verdelli e il giornalista Paolo Berizzi sono stati postati su Twitter da un account fittizio di ispirazione antisemita che si rifà al medico nazista Carl Clauberg“. E’ la denuncia della Federazione Nazionale della Stampa, che esprime solidarietà alla senatrice e ai giornalisti. Nonostante le segnalazioni, però, l’account non è stato sospeso e gli insulti restano visibili.
Il caso di Mondovì
A Mondovì, in provincia di Cuneo, venerdì scorso qualcuno ha scritto una frase antisemita sulla porta di casa di Aldo Rolfi, figlio di una donna sopravvissuta ai campi di sterminio, Lidia Beccaria Rolfi, staffetta partigiana che venne deportata al campo di concentramento di Ravensbruck. La donna sopravvisse e morì nel 1996 a 71 anni. “Juden hier” (qui abitano degli ebrei), l’orrenda scritta sulla porta, che richiama quelle che venivano fatte sulle porte degli ebrei per segnalare la loro presenza ai nazisti, durante i rastrellamenti che precedevano le deportazioni.