Nuova tassa in Italia, effettiva dal 1° luglio 2024: impatti sui prezzi di aperitivi analcolici e altre bevande dolcificate.
Dal 1° luglio 2024, le bibite zuccherate, inclusi popolari aperitivi analcolici come aranciate, chinotti e cedrate, subiranno un incremento di prezzo a causa dell’introduzione di una nuova tassa: sugar tax.
Questa tassa era stata inizialmente prevista dalla legge di Bilancio del 2020. Ma, nonostante le speranze dei produttori di un possibile rinvio, l’emendamento del Mef al decreto numero 39 ha confermato la sua applicazione.
La tassa sugli aperitivi: le nuove tariffe
Come riportato da Today.it, le nuove tariffe saranno di 5 euro per ettolitro per le bevande pronte al consumo e 0,13 euro al chilogrammo per i prodotti concentrati.
Questi importi raddoppieranno dal 1° luglio 2026. Le imprese italiane vedono questa tassa come una grave minaccia.
Non solo per l’aumento dei costi ma anche per il potenziale impatto sull’occupazione e sugli investimenti.
“A poche settimane dalla data di entrata in vigore, questa scelta rappresenta una doccia fredda dopo le ripetute dichiarazioni sul non voler vessare le imprese“, ha dichiarato Giangiacomo Pierini, presidente di Assobibe.
L’associazione prevede che la tassa colpisca duramente i consumatori, con un aumento dei prezzi e che rischi di eliminare oltre 5mila posti di lavoro.
Inoltre, si prevede la riduzione degli acquisti di materie prime di oltre 400 milioni di euro e aumentare la fiscalità del 28% per le aziende.
Le critiche di Forza Italia
Dal punto di vista politico, il decreto ha creato tensioni significative. Forza Italia, partito di Antonio Tajani, ha criticato la mancanza di dialogo e di coerenza nelle decisioni del governo.
“Sul metodo, ci dispiace constatare che anche su questo argomento non c’è stato nessun confronto preventivo“, hanno commentato. Inoltre, hanno ricordato che era stato concordato un rinvio, approvato da maggioranza e governo attraverso due ordini del giorno.
La decisione di procedere con la sugar tax senza un consenso rinnovato rappresenta quindi una rottura di accordi precedenti.
Le dichiarazioni di Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia, non lasciano spazio a interpretazioni ambigue: “Sugar tax. Anche no. Diremo la nostra sul punto“.