Scuola, la ministra Azzolina: “Nelle regioni a fascia gialla tutto è aperto tranne la scuola superiore”.
L’11 gennaio, giorno indicato dal governo per la ripresa della didattica in presenza (al 50%) per i ragazzi delle scuole superiori, la campanella suona solo in tre Regioni (Toscana, Abruzzo e Valle d’Aosta), ed evidentemente la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina non può essere soddisfatta. Le Regioni procedono in ordine sparso e questo testimonia una certa sfiducia nelle indicazioni che arrivano dal Ministero dell’Istruzione. Ma non è una novità. Dal mese di settembre la scuola è al centro di un acceso dibattito tra la Azzolina, le Regioni, le parti sociali, gli studenti, i professori e i genitori dei ragazzi.
Scuola, Azzolina: “Capisco la frustrazione degli studenti”
“E’ difficile per gli studenti comprendere perché non rientrano a scuola, capisco la loro frustrazione: la scuola è un diritto costituzionale se a me avessero tolto la scuola non sarei probabilmente qui“, ha dichiarato la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina parlando ai microfoni di Radio Rai 1 e commentando le manifestazioni degli studenti in programma nella giornata dell’11 gennaio.
“Nelle regioni a fascia gialla tutto è aperto tranne la scuola superiore e questo creerà profonde cicatrici, i ragazzi hanno bisogno di sfogare la loro socialità. Si fa l’errore di credere che la scuola non produca incassi: se io chiudo un negozio so purtroppo quanto ho perso, sulla scuola questo discorso non si fa ma i costi sono altissimi. Sono molto preoccupata, oggi la dad non può più funzionare, c’è un black out della socialità, i ragazzi sono arrabbiati, disorientati ed sono preoccupata per il deflagrare della dispersione scolastica“.
Covid, i rischi legati alla riapertura delle scuole
La Azzolina ha poi ribadito che evidentemente anche nella scuola il rischio della trasmissione del virus non è pari a zero ma è molto basso.
“Il rischio zero non esiste, ma non esiste in alcun ambito . All’interno delle scuole il rischio è molto basso e lo testimoniano gli studi italiani ed europei. La scuola si è organizzata molto bene. Io ho fatto tutto quello che potevo fare, chiedo a tutti di trattare la scuola non in modo diverso di come si trattano le attività produttive“.
Il confronto tra la ministra Azzolina e le Regioni
La ministra ha anche ripercorso la lunga trattativa con le Regioni che avrebbe dovuto riportare gli studenti in classe l’11 gennaio.
“Da parte mia non vuole esserci polemica con le Regioni. Ma bisogna dire quelli che sono i fatti. Volevamo riaprire le scuole il 9 dicembre, qualcuno ci disse no, ma le attività produttive sono partite. Il 23 dicembre si è stipulata un’intesa all’unanimità con le Regioni che hanno garantito che al 50% le scuole superiori sarebbero rientrate. E’ partito un lavoro immane nei tavoli con i prefetti e sono stati previsti molti bus in più. A inizio gennaio molti presidenti di Regione hanno detto che erano addirittura pronti a far rientrare il 75% dei ragazzi in aula”.
Le manifestazioni degli studenti
L’11 gennaio gli studenti sono scesi in piazza nelle principali città italiane per chiedere la riapertura delle scuole superiori. Si tratta di una sorta di sciopero degli studenti che chiedono la ripresa della didattica in presenza.