Lo scenario sembrava difficile da realizzarsi, eppure, con le ultime mosse di Mosca sul gas, sembra plausibile. Cosa accadrebbe all’Italia?
La prossima scadenza da osservare è la seconda metà di maggio. Qui sono previsti i prossimi pagamenti dei contratti di gas tra Italia e Russia. E ciò che è successo oggi allarma anche l’Italia. Polonia e Bulgaria hanno deciso di non pagare in rubli il gas russo. Per questa ragione, le forniture di Mosca ai due Paesi sono state bloccate. Il presidente della Duma, Vyacheslav Volodin, si era espresso favorevolmente rispetto all’interruzione delle forniture ai Paesi non amici. L’elenco delle nazioni considerate “ostili” da Mosca ha al suo interno 21 Stati. Tra questi, anche l’Italia.
Secondo a Bloomberg alcuni paesi Ue avrebbero già pagato in rubli il gas di Gazprom e in totale 10 Paesi avrebbero aperto dei conti speciali presso Gazprombank, necessari per poter assecondare le richieste di Mosca di pagare in rubli. Per ora, l’Italia non figura e pertanto se Mosca continuerà con la propria politica di distacchi, a maggio l’Italia potrebbe restare senza gas russo. Cosa succederebbe in tal caso?
Le conseguenze di un possibile stop
Per sopperire ai 29 miliardi di metri cubi di gas, il nostro paese vuole aumentare le importazioni di gas da Algeria e Qatar attraverso navi apposite. È più complicato affidarsi ai gasdotti libici che arrivano a Gela, dove la situazione politica è parecchio instabile. Un aiuto per 3,5 miliardi di metri cubi annui potrebbe arrivare dall’uso delle quattro centrali a carbone già preventivato dal presidente Draghi a febbraio, come possibilità solo temporanea, considerato l’alto tasso di inquinamento che tale misura comporterebbe. Aumentare la produzione italiana richiederebbe mesi, se non anni. In ogni caso, nel decreto energia ci sono alcuni distacchi programmati, considerato che mancherebbero all’appello tra gli 8 e i 10 miliardi di metri cubi di gas all’anno.
