Accusato dell’omicidio della moglie, Michele Buoninconti è in carcere con un condanna di 30 anni. Ma lui si professa innocente.
Il 24 gennaio 2014 fu proprio Michele Buoninconti a denunciare la scomparsa di sua moglie Elena Ceste: della donna, non ci fu traccia per 9 mesi, fino al ritrovamento del suo cadavere ad 1 km da casa. Buoninconti venne subito indagato ed infine condannato a 30 anni di reclusione, ma lui ha sempre sostenuto una versione diversa della vicenda.
Michele Buoninconti: chi è
Michele Buoninconti, nato il 28 luglio 1969 a Monte Sant’Albino, in provincia di Salerno, è un ex vigile del fuoco, noto per il caso di cronaca nera che ha coinvolto la moglie Elena Ceste. I due erano sposati dal 1999, avevano quattro figli, due femmine e due maschi, ed abitavano in una frazione del comune piemontese di Costigliole d’Asti.
La scomparsa della moglie e la condanna
La mattina del 24 gennaio 2014 Elena Ceste sparisce nel nulla: verrà ritrovata senza vita dopo 9 mesi di ricerche ed indagini, il 18 ottobre dello stesso anno, nel canale di scolo del Rio Mersa, a circa 1 km dalla sua abitazione.
Per gli inquirenti non ci sono molti dubbi: è stato Michele Buoninconti ad uccidere la moglie, strangolandola, quando questa era appena uscita dalla doccia – motivo per cui fu ritrovata nuda. L’uomo avrebbe poi caricato il cadavere in auto e lo avrebbe abbandonato dove è stato rinvenuto. La motivazione scatenante sarebbe la rabbia del coniuge, dipinto come marito e padre aggressivo e oppressivo, a seguito di uno dei tanti litigi della coppia.
Arrestato, Buoninconti è stato dichiarato colpevole sia in primo grado che dalla Corte di Appello, e infine anche dalla Cassazione alla quale era stato richiesto il ricorso. La condanna: 30 anni di carcere per omicidio volontario e occultamento di cadavere.
La versione di Michele Buoninconti e della difesa
Michele Buoninconti non ha mai ammesso l’omicidio della moglie Elena Ceste. Secondo la sua ricostruzione dei fatti, la sera prima della scomparsa Elena gli avrebbe confessato di intrattenere uno scambio di SMS con un altro uomo, e sarebbe stata particolarmente turbata.
La mattina seguente, quella del 24 gennaio, Buoninconti ha portato i figli a scuola e ha svolto diverse commissioni in paese, tra cui passare dal dottore a chiedere gli orari di visita. Tornato a casa, ha dichiarato di non aver trovato la moglie, bensì solo i suoi vestiti sparsi nel giardino dell’abitazione. Da quel momento, sarebbe andato a cercarla, avrebbe chiamato i vicini e si sarebbe poi rivolto ai carabinieri, per denunciare la scomparsa.
La sua ipotesi è quella che la moglie fosse in preda ad una crisi psicotica, idea sostenuta con forza dai suoi avvocati difensori, e motivo per cui si sarebbe recato dal dottore. Elena Ceste, in condizioni psicologiche alterate, si sarebbe così denudata e allontanata da casa, per poi morire assiderata, come afferma la criminologa Ursula Franco, consulente della difesa, a IlGiornale.it.
Che fine ha fatto Michele Buoninconti
I giudici hanno giudicato Buoninconti colpevole e lo hanno incarcerato, togliendoli anche la potestà genitoriale sui figli, affidati ai nonni materni.
L’uomo si trova, secondo quanto riportato da UrbanPost nel 2020, nel carcere di Alghero, dove sta conseguendo la laurea in Economia e commercio e dove aiuta gli altri detenuti negli studi.