La carriera di Sergej Lavrov, ministro degli Esteri della Russia dal 2004 e grande protagonista della crisi in Ucraina del 2022.
Ministro degli Esteri della Russia dal 2004, Lavrov è venuto alla ribalta presso il grande pubblico occidentale nel corso della crisi in Ucraina del 2022, quando di fatto ha assunto un ruolo centrale, affidatogli dal Presidente Vladimir Putin.
Chi è Sergej Lavrov
Nato a Mosca il 21 marzo 1950 da una famiglia di origini armene, Sergej Viktorovič Lavrov si laurea in Relazioni internazionali presso l’Università Statale di Mosca per le relazioni Internazionali.
Dopo la laurea inizia a lavorare come diplomatico dell’Unione Sovietica e viene mandato nello Sri Lanka. Al suo ritorno a Mosca, Lavrov lavora nel Ministero degli Affari Esteri. Prosegue la sua carriera come consigliere sovietico dell’Onu, poi torna al Ministero degli Affari Esteri come Vice Capo del Dipartimento delle organizzazioni internazionali e delle questioni globali.
Tra gli anni Novanta e Duemila viene eletto in diverse occasioni presidente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Nel 2004 arriva la nomina a Ministro degli Affari Esteri. Inizia così la sua stretta collaborazione con il Presidente Vladimir Putin. Da Ministro degli Esteri si è distinto per il suo carattere spigoloso con i leader occidentali, con i quali ha avuto dibattiti e scontri anche pubblici. Il ministro cambia registro negli anni della presidenza Medvedev, poi ritorna sulle sue orme con la rielezione di Vladimir Putin.
Dal punto di vista politico parliamo di uno degli uomini-chiave del presidente Putin. Di fatto ha sempre contestato apertamente e duramente ogni iniziativa dei Paesi occidentali e si sempre battuto contro l’espansione della NATO ad Est, fino ad arrivare alla crisi in Ucraina del 2022.
La crisi in Ucraina del 2022
Lavrov di fatto è il volto ufficiale della Russia. Putin parla poco e delega quasi tutto al suo ministro degli Esteri, bravo a gestire i rapporti diplomatici difendendo gli interessi della Russia. Alza e abbassa a piacimento l’asticella della tensione tenendo il mondo e i leader occidentali con il fiato sospeso.