Emergenza coronavirus in Italia, la situazione nei reparti di terapia intensiva all’11 ottobre.
L’Italia vive lo spettro di una seconda ondata di coronavirus, con il governo che si appresta a procedere con un nuovo rafforzamento delle misure anti coronavirus. Con il prossimo dpcm si punta a irrigidire le norme anti-assembramento, questo dopo che solo pochi giorni prima l’esecutivo ha rafforzato le norme legate all’uso della mascherina.
I dati legati ai contagi sono preoccupanti, ma la buona notizia è rappresentata dal fatto che al momento, numeri alla mano, il sistema sanitario tiene, almeno a livello nazionale. Se a livello locale si registrano le prima criticità, in generale il rapporto tra le persone nei reparti di rianimazioni e i posti totali disponibili non desta preoccupazioni. E anche per questo motivo al momento non si registra la necessità di procedere con un nuovo lockdown generale.
Coronavirus, la situazione nei reparti di terapia intensiva all’11 ottobre
Partiamo dai numeri. Stando al bollettino dell’11 ottobre, alla luce dei nuovi ricoveri (30) i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 420 a fronte di una capacità (a livello nazionale) di più di seimila posti. Inoltre il piano del Ministero della Salute è quello di procedere con un nuovo incremento dei posti.
La situazione quindi non è allarmante. Basti considerare che nella fase dura dell’emergenza coronavirus la sola Lombardia ha dovuto fare i conti con più di mille pazienti gravi.
La tenuta del sistema sanitario rappresenta un elemento determinante per fronteggiare l’emergenza coronavirus
La tenuta del sistema sanitario rappresenta in qualche modo la bussola che indica al governo la direzione da prendere nell’immediato futuro.
L’aumento dei contagi, alla luce della riapertura delle scuole e degli uffici, era prevedibile. L’incremento forse ha superato le aspettative e le proiezioni, e per questo motivo si è deciso di procedere con un rafforzamento delle misure. Il fatto che il sistema sanitario abbia retto all’improvviso e considerevole aumento dei casi lascia ben sperare. Al momento, al di là della comprensibile paura, non ci sono gli elementi necessari per arrivare ad un nuovo lockdown nazionale. Che, ricordiamo, si tratta di una misura estrema da applicare in una fase critica.